Tempo con bambina (Lidia Ravera, Bompiani, 2020)

“La guardo con un’intensità non abituale, le dedico il secondo sguardo, quello che mi impongo di fronte alle infinite manifestazione della bellezza per poterle descrivere”

Tornare a Lidia Ravera è per me sempre tornare alla mia adolescenza. A lei, alla sua Giò prima e alla sua Rocca poi, nei libri sottratti a mia madre, devo buona parte dell’educazione sentimentale dell’adolescenza.

In “Tempo con bambina” Lidia Ravera racconta la sua esperienza di nonna, ma anche di madre, sorella, scrittrice e soprattutto donna che vive il suo “terzo tempo” con fragilità, paure ma anche entusiasmi ritrovati e nuove scoperte.

Mara è la piccola protagonista in questo racconto autobiografico che attraversa gli anni fino ai giorni del Covid: nonna e nipote vivono distanti e condividono insieme i lunghi periodi delle vacanze. E’ nel rapporto con Mara che nonna Lidia riguarda al passato con sguardo comprensivo, al futuro con sguardo incerto e al presente con sguardo sempre grato.

E’ un libro da leggere perché ci dà la possibilità di entrare nel mondo femminile over 60 in quel rapporto speciale che si instaura tra nonna e nipote. E’ un romanzo vero, fatto di eventi e introspezioni. Ciò che colpisce è sicuramente la freschezza e la combattività della scrittura che di certo da sempre, pur nelle evoluzioni stilistiche e umane caratterizzano le opere della Ravera.

Se da una parte la sfida educativa e familiare pone dei binari entro cui muoversi, nel rapporto con Mara prevale sempre una profonda curiosità, un autentico rispetto per la bambina innanzitutto come persona. Lidia si conferma attenta osservatrice: la crescita di Mara e del loro rapporto interpersonale è scandito dai cambiamenti fisici, evolutivi, ludici, della piccola. Riflessioni sui giochi, sui momenti topici delle giornate, sulle storie, sui cartoni animati rappresentano non solo lo sviluppo della narrazione ma soprattutto un punto di vista autorevole e appassionato sul mondo dei bambini.

Questo è l’elemento che di certo maggiormente colpisce perché, come dice l’autrice, i bambini sono sempre in minoranza e trovare uno sguardo così penetrante, curioso, rispettoso capace di entrare nel loro mondo è davvero rigenerante.

Over 60 e under 5, gli estremi della nostra società, fasce di età agli antipodi ma che effettivamente si dicono e di costruiscono tanto come mette in luce questo libro.

Un altro regalo di Lidia Ravera ai suoi lettori, comprese le ultime pagine riviste all’insegna della Pandemia, da leggere e rileggere per cominciare a capire cosa ci è successo e stare nel presente in modo più consapevole, lasciando sempre un angolo di tenerezza.

“Non cerchi più il centro della scena, non riduci più gli altri a specchio della tua immagine riflessa. La festa è riuscita anche se non ti hanno corteggiato, la manifestazione anche se non eri sul palco. La vita ha senso anche se il senso che dai alla tua vita non diventa modello per altre vite.”

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