“Come un respiro” F. Ozpetek, Mondadori, 2020

“Sai una cosa? In fondo anche l’amore è un delitto perfetto: a volte ti uccide, altre ti rende più forte, ma in ogni caso rappresenta l’alibi ideale per ogni tua follia.”

E’ una lunga e dolorosa lettera quella che apre l’ultimo romanzo di Ozpetek, un’epistola che preannuncia, con forza narrativa, tutto il vortice di eventi e sensazioni in cui il lettore sarà travolto. Una distanza, un lutto, luoghi e anime lontane nel tempo e nello spazio che si cercano e che emergono nelle prime parole della storia. Il racconto si dipana lungo tutta la trama con l’alternanza fra racconto in terza persona e lettere di una delle protagoniste, Elsa. Così rapidamente l’autore ci fa entrare subito in una doppia dimensione: quella di Elsa, anziana signora di ritorno in Italia con lo scopo di rintracciare la sorella, e quella di Sergio e Giovanna, coppia apparentemente stabile che accoglie casualmente Elsa nel pranzo domenicale di casa in compagnia degli amici.

Così tra chiacchiere intorno al tavolo e colpi di scena, il lettore è portato al cuore della storia di Elsa e sua sorella ma anche dei giovani commensali che le accolgono, scavando in ogni esistenza caratterizzata da segreti, inquietudini, dove la caratteristica che le unisce, echeggiando le tragedie shakespiriane, è che niente e nessuno è davvero come sembra e che la verità è spesso inafferabile e sfaccetata.

“lui la conosce talmente bene che può indovinare cosa stia facendo anche a occhi chiusi. Ma sarà poi così? Bastano 12 anni per conoscersi davvero?”.

In questa sua terza opera, Ozpetek riprende i temi a lui cari soprattutto in riferimento alla sua produzione cinematografica. La dicotomia geografica e sentimentale tra Roma e Istanbul, l’accuratezza dei dettagli nel descrivere gli ambienti che sono parteimportante degli scenari emotivi, il ruolo della convivialità come palcoscenico su cui improvvisamente le verità si fanno spazio. E’ una penna sensibile quella di Ferzan che sa, come pochi, scandagliare l’anima umana in ogni sua poliedrica contraddizione, lasciando spazio ai sentimenti anche più torbidi conferendo così a ogni personaggio lo splendore del vero.

La copertina e il nome della protagonista ci ricordano indubbiamente il finale de “La finestra di fronte” e in “Come un respiro” i personaggi di Ferzan diventano palpabili ed è sempre molto difficile, ultimata la lettura, separarsi da loro.

L’amore è il sentimento predominante nella narrazione, in ogni sua declinazione, dalla più tenera a quella criminale. Difatti il romanzo si scaglia in un territorio nuovo tra racconto sentimentale e thriller dei sentimenti.

Ho apprezzato molto il confronto generazionale che implicitamente attraversa le pagine della storia, le difficoltà di ieri e di oggi legate alla libertà, allo sguardo altrui su di noi, alle infinite possibilità e conseguenze dell’amore.

Personalmente ritengo la scrittura di Ferzan molto maturata e, pur apprezzando anche i precedenti lavori, ritengo che questo romanzo sia il più potente dei tre.

Per altro, la struttura temporale, l’ambientazione, il ritmo lo rendono perfetto sia per una eventuale trasposizione cinematografica, sia per una piece teatrale di sicuro effetto.

Nel frattempo ci godiamo la scrittura di Ferzan, intrisa di passione, lealtà e rispetto provocando come pochi nel lettore quella curiosa sensazione di leggere e, al contempo, essere letti.

“Ci sono amori per i quali non basta una vita intera e altri che bruciano in una notte. Non sto dicendo che i primi siano migliori dei secondi: è solo una questione di scadenza. Se non vuoi soffrire, devi conoscere i tempi.”

Erika Pucci

@erykaluna

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ultimo aggiornamento: 29-11-2020


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