Randagi (M. Amerighi, BollatiBoringhieri, 2021)

Trama

Pisa, inizio del nuovo millennio: qui si svolge la storia di Pietro Benati, studente universitario che vive nell’appartamento della famiglia a pochi passi dalla Torre Pendente. È una famiglia particolare quella di Pietro: tutti i componenti maschi se ne vanno, mentre lui non ha il coraggio di fare questa scelta. Il nonno disperso in Etiopia, il padre, scommettitore incallito, scompare e ritorna a suo piacimento e anche il fratello maggiore Tommaso segue la strada della sparizione. Pietro cerca una strada diversa attraverso numerosi cambiamenti: dalla passione per la musica agli studi universitari, dall’esperienza Erasmus in Spagna al ritorno a casa la vita di Pietro è un apparente susseguirsi di delusioni, fin quando nella sua vita irrompono due amici capaci di “risvegliarlo” da un destino segnato: Dora, amante di film horror con un dolore simile al suo, e Laurent, eccentrico e impavido gigolò. Tra Spagna, Pisa e Versilia le avventure di Pietro tracciano un destino diverso da quello della famiglia, nel tentativo di emanciparsi da una madre ipocondriaca e un padre ingombrante.

Nella continua giostra di momenti ad alta tensione, ironia e dolore, Pietro riuscirà a trovare la propria strada da vivere a modo proprio.

Note al margine

“Randagi” è un romanzo dai toni e dai colori molteplici in cui il lettore è immerso nel turbine delle emozioni e degli eventi che caratterizzano l’esistenza di Pietro. Ci si commuove, si soffre e si ride tanto per questi personaggi che Amerighi sa delineare e approfondire con grande abilità, offrendo per ognuno un’introspezione interessante e al tempo stesso, nella loro somma, offrendo il ritratto di una generazione stritolata dalla complessità e dalla fluidità dei tempi.

è un romanzo spesso tagliente, senza sconti, come di fatto sono i passaggi dell’esistenza: crudeli, inattesi, capaci di far emergere un’inaspettata voglia di riuscire a farcela. La narrazione è uno dei punti di forza dell’autore: scorrevole, ironica, ricalca gli stilemi della narrazione moderna coniugati con la tradizione narrativa di tipo familiare. Amerighi si muove così con disinvoltura e preziosità stilistica tra affresco generazionale e romanzo di formazione, nell’incessante scontro tra sogno e realtà, aspettative e delusioni, che caratterizza il passaggio all’età adulta e, in fondo, diverse fasi dell’esistenza, quelli in cui ogni volta cerchiamo di emanciparci dal nostro destino in virtù di una vita autentica.

Il libro in una frase

“Ti è mai capitato di aver desiderato così tanto una cosa, Pietro, che quando l’hai ottenuta non avevi più le energie per essere felice?”

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