Grande Meraviglia (Viola Ardone, Einaudi, 2023)

In collaborazione con Libreria Mondadori Viareggio

Il libro

Col nuovo romanzo Viola Ardone, autrice di successo internazionale con “Il treno dei bambini” e “Oliva Denaro”, conclude una trilogia ideale del Novecento. Protagonista è Elba, una giovane nata e cresciuta con la madre nel “Mezzomondo”, così viene chiamato il manicomio, fin quando la mamma sparisce. Elba, che prende il nome dall’imponente fiume nordico, appunta la vita del Mezzomondo su un taccuino, in cui riporta le regole, le tradizioni di questa realtà ma anche notazioni riguardanti disturbi e comportamenti degli altri ospiti e si prodiga per fare da guida ai nuovi arrivati. L’esistenza di Elba viene rivoluzionata dall’arrivo del giovane psichiatra Fausto Meraviglia che cerca di realizzare quello che è previsto dalla legge Basaglia appena promulgata: chiudere i manicomi e trovare delle alternative di integrazione per i malati psichiatrici. In questa ottica ospiterà Elba a casa propria, nella strana convivenza con gli altri due figli e con la consorte di una vita. Nel complesso rapporto tra i due, Meraviglia riuscirà a vivere consapevolmente la paternità da cui è sempre sfuggito, con le sue gioie, i suoi dolori, i suoi distacchi.

Note al margine

“Grande meraviglia” è un libro immersivo che conquista fin dalla prima pagina. Viola Ardone è veramente brava nell’alternanza di tematiche e personaggi, riuscendo a catturare l’attenzione del lettore per non lasciarla più: è una di quelle storie in cui ci si lascia coinvolgere fino al punto che personaggi, luoghi, interrogativi continuano ad abitare nella testa di chi legge anche quando il libro è chiuso. Lo stile è sicuramente uno degli aspetti vincenti di questa narrazione: Viola Ardone è capace di dare timbro e voce ai vari personaggi che narrano, regalando così al lettore una bella rassegna di “colori” diversi ossia di toni emotivi e stilistici ben congeniati tra loro.

Il tema principale viene affrontato al tempo stesso con rigore, ferocia e bellezza: la situazione dei manicomi, e in particolare delle donne, all’indomani della legge Basaglia, è tratteggiato con cura, ponendo, senza retorica, importanti interrogativi riguardanti l’evoluzione del trattamento psichiatrico e l’integrazione dei pazienti nella società, le contraddizioni nelle valutazioni dei ricoveri femminili ma anche il senso di smarrimento in operatori e pazienti che la nuova legislazione ha portato. Accanto a un tema storico e sociale ancora attuale, l’autrice si addentra nel tema familiare e in particolare della paternità, di figli e del peso delle aspettative, della paternità assente e di quella scelta, e infine della necessaria emancipazione filiale.

Un libro che chiede di essere ascoltato ma che si fa leggere molto bene e rapidamente perché scorrevole e coinvolgente, a conferma del talento di Viola Ardone.


La parola alla libraia (Silvia Dolfi, Libreria Mondadori Viareggio)

Viola Ardone continua a stupirci con un altro romanzo dal forte impatto e dai toni amari. Dopo tanti anni dalla legge Basaglia continua a interrogarsi sul “mezzomondo” dei manicomi e soprattutto sulle donne che nel corso della storia hanno subito tante ingiustizie… “donne giudicate sbagliate, imperfette, eccentriche, volubili, perché non sono rimaste dal lato del mondo in cui erano state messe. Dichiarate pazze dal padre , da un fratello, dal marito, per liberarsi da una moglie che non voleva piu”.

In un’epoca in cui ancora si deve fare molto per i diritti e la sicurezza delle donne l’autrice ci regala un inno alla libertà femminile.

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