Nessuno -Voci nella storia del mostro di Firenze ( E. Nocciolini, E. Orlandi- Ed. Giunti 2024)
in collaborazione con libreria Mondadori Viareggio
Il libro
Gli autori di “Nessuno” (Giunti, 2024) sono Eugenio Nocciolini (fiorentino, classe 1988, drammaturgo, insegnante di teatro) e Edoardo Orlandi (viareggino, anche lui del 1988) criminologo, avvocato penalista, entrambi autori di podcast di successo, tra cui l’omonimo “Nessuno” a cui questo loro esordio letterario è ispirato.
Il racconto sui fatti riguardanti il cold case più avvincente della nostra storia moderna, gli omicidi del cosidetto “Mostro di Firenze”, è caratterizzato da due elementi fondamentali. Il primo è la struttura polifonica dove si susseguono diverse voci narranti, l’altro è il punto di vista che unifica e fa da filo conduttore. Infatti, i due autori hanno deciso di dare spazio a tutti coloro che nella lunga storia “mostro di Firenze” sono rimasti in ombra ma che sono stati significativi nei vari ruoli che hanno avuto: vittime, parenti delle vittime, giornalisti, forze dell’ordine.
La narrazione è moderna, intrigante, netta e “pulita”: seppur emotivamente forte, “Nessuno” riesce con grande maestria a portarci nei misteri dell’intrigata vicenda criminale che dal 1968 al 1985 ( o fino al 2024, se consideriamo le vicende giudiziarie, oltre gli omicidi) ha destato interesse, sospetto e paura, sia a livello socio storico che mediatico.
Nel romanzo non c’è la morbosità di rintracciare il colpevole, bensì di indagare, con estrema sensibilità e capacità di analisi, la vita, le emozioni, le sensazioni, delle sedici vittime del “mostro di Firenze”. Attraverso “Nessuno” si entra così dentro questa storia ancora densa di mistero e brutalmente affascinante, ma anche nel contesto storico e negli intrecci esterni intorno a una vicenda di grande spessore umano, oltre la realtà investigativa e processuale.
Note al margine
Sul mostro di Firenze sono stati pubblicati numerosi libri e realizzati diversi documentari.
Credo che il punto forte di questa opera letteraria, sia da ricercare non solo nel punto di vista che assume per dare memoria e voce in modo dignitoso ai ragazzi vittime degli omicidi, ma anche nello stile originale, potente e puntuale. La fedeltà storica si intreccia con le connotazioni emotive delle vicende raccontate, il linguaggio è preciso, affilato, e al tempo stesso denso di suggestioni.
Per chi come me era bambina a Firenze, figlia di una giovane coppia, leggere questo libro ha significato in qualche modo rivedere le paure di quegli anni, ma anche provare una vera e propria catarsi nello snodo delle storie, così umane, così rispettose, così vere: al lettore, seppure con delicatezza, non viene risparmiato niente.
Motivata dal voler rivivere quel tempo con una narrazione diversa, sono “uscita” da questa lettura piacevolmente colpita da questa esperienza letteraria, che ho trovato coinvolgente, accurata e “nuova”, capace di proporsi in modo originale, di impatto e efficace sia nei confronti della materia narrata sia riguardo agli stimoli letterari.
Sebbene molte siano le voci che si alternano nella storia, ognuna ben delineata, ci sono alcune vicende che restano impresse come quella del piccolo Natalino, forse accompagnato in una casa dallo stesso omicida. In ogni caso, a rileggere queste preziose pagine, si ha la sensazione di ampliare e dialogare con chi ha pagato con la vita la libertà di amare, libertà che rende propriamente fragili. Inoltre, si riesce anche a percepire nettamente il grande cambiamento sociale e politico che ha caratterizzato il nostro Paese lungo gli anni Settanta e Ottanta, soprattutto ponendo attenzione a una gioventù che dalle lotte e dalle proteste precedenti, cercava di affermare fattivamente le libere espressioni d’amore emancipandosi.
Un libro forte e potente, originale, da leggere tutto d’un fiato per poi rileggerlo ancora.