Scrive CGIL: “Questa mattina si è svolto un incontro indetto dalla Capitaneria di Porto al quale erano presenti esponenti delle amministrazioni locali, l’Associazione Balneari, la polizia municipale e in rappresentanza degli assistenti bagnanti la Filcams CGIL e l’AABI (associazione professionale assistenti bagnanti).
La Filcams CGIL , qui rappresentata dalla Segretaria Generale Provinciale Valentina Gullà e da Daniela Ricchetti,e gli assistenti bagnanti in delegazione presenti alla riunione hanno posto all’attenzione della Capitaneria e di tutti i soggetti presenti questioni di primaria importanza per i lavoratori del settore, come il calendario della balneazione, l’area di sorveglianza, la sorveglianza limitata e consorziata, gli strumenti di sicurezza e la sorveglianza alla spiaggia libera della Lecciona.
Rispetto al primo punto, abbiamo chiesto chiarimenti in merito all’Ordinanza di Sicurezza Balneare, visto che già negli anni passati la Guardia Costiera disponeva che fra le 13,30 e le 15,30 si adotti la cosiddetta “sorveglianza limitata” (la bandiera gialla) – già di per sé una contraddizione in termini – così come è possibile che un solo bagnino sorvegli 80 metri di fronte mare per tutto l’orario della balneazione. Studi confermano che il campo visivo di una persona non può coprire adeguatamente una tale distanza, con tutto ciò che ne consegue se ciò che si sta facendo è tutelare la vita e la sicurezza delle persone.
Se pensiamo poi che l’obbligo di sorveglianza è compreso tra il 15 giugno e il 15 settembre ma spesso la stagione balneare è ben più ampia, possiamo comprendere quali siano i rischi per chi fa il bagno quando non c’è nessuno a sorvegliare. Ma anche i mezzi a disposizione non sempre sono omologati e idonei quindi alle operazioni di salvataggio.
Rispetto alle problematiche tecniche la Capitaneria ha inteso rassicurarci sostenendo che in Versilia il numero di decessi in mare è particolarmente esiguo grazie alla professionalità degli assistenti ai bagnanti e ai diversi interventi di prevenzione e controllo che dal nostro punto di vista vanno ulteriormente incrementati.
Sulla questione della Lecciona abbiamo affermato in maniera categorica che la spiaggia libera non può intendersi nella maniera più assoluta “libera da sorveglianza” ed abbiamo quindi sollecitato l’Amministrazione comunale a trovare soluzioni che garantiscano la sicurezza necessaria ai bagnanti, nonostante non vi sia l’obbligo da parte del Comune di far presidiare la spiaggia libera. Abbiamo inoltre ricordato che non si può ripetere quanto accaduto due anni fa quando la sorveglianza fu assegnata ad un’associazione e gli assistenti bagnanti che vi lavorarono aspettano ancora oggi di essere pagati.
Il confronto continuerà anche in merito allo stabilimento del Principino, per il quale l’Amministrazione Comunale ha affermato che verranno dati in gestione i servizi di pulizia e sorveglianza, questione che ci sta particolarmente a cuore visto che ci sono ancora 7 bagnini in attesa di essere ricollocati, insieme a tutti gli altri ex dipendenti per i quali necessitano soluzioni .
Come Filcams Cgil ringraziamo la Capitaneria di Porto per la grande attenzione posta alle diverse problematiche poste ed ai solleciti per la soluzione degli stessi.
In merito alle pur comprensibili preoccupazioni emerse nella discussione riguardo al commercio abusivo e ai rischi legati al terrorismo tanto propagandati in questi giorni dalla stampa( a partire da quella tedesca!) e che rischiano a nostro avviso di generare allarmismo e atti di razzismo, come Filcams pensiamo che il problema non sia chi si arrangia per sopravvivere (nel rispetto ovviamente delle norme di legge),ma il lavoro nero e grigio che nelle nostre spiagge – e non solo – è diventata una regola, una vera e propria piaga rispetto alla quale non intendiamo fare un solo passo indietro.
Le condizioni di lavoro degli assistenti ai bagnanti sono già critiche in Versilia, sia nel privato che nel pubblico, relativamente alle questioni della sicurezza così come a quelle contrattuali.
Abbiamo infatti ribadito quella che è da sempre la nostra battaglia perché vengano rispettati diritti e tutele: nel mondo degli stabilimenti balneari sono enormemente diffusi lavoro nero, lavoro grigio, part time che nascondono un lavoro a tempo pieno. Spesso non ci sono né rispetto della professionalità né rispetto delle regole fondamentali: la prassi della legalità passa anche attraverso l’applicazione delle regole contrattuali e di sicurezza dei lavoratori.
Come categoria abbiamo promosso la nostra campagna della legalità contrattuale “Salviamo chi ci salva” : è inammissibile fare cassa sulla pelle dei lavoratori, facendoli lavorare senza contratto regolare, ovvero part time pur lavorando 9 ore al giorno tutti i giorni della settimana,ovvero a forfait.
Questi lavoratori pagano pegno subito ( retribuzioni errate ed inferiori), durante(sicurezza, assicurazione infortunistica e per malattia ovvero assenze contrattuali ) dopo ( assenza o carenza dei contributi previdenziali, penalizzazione pensionistica e per la disoccupazione, già penalizzata per gli stagionali dalla nuova normativa ): noi tuteliamo i lavoratori nei percorsi vertenziali che però non risolvono la causa del problema e spesso vedono il lavoratore in difficoltà nel denunciare per timore di non trovare più chi lo assuma.
Il 6 maggio scioperano tutti i lavoratori del Turismo per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro e fra questi i bagnini, proprio per rivendicare il rinnovo del contratto nazionale e quindi la dignità di lavoratori. “