Mie magnifiche maestre (recensione libro)

Mie magnifiche maestre (F. Genovesi, Mondadori, 2025)

Il libro

Genovesi torna nella nostra Versilia attraverso le figure femminili che hanno caratterizzato la sua vita familiare: zie, nonne, mamma e le loro amiche. Un universo femminile che si dispiega dall’infanzia evocata come mitica all’età adulta in cui molte di loro tornano nella vita di Fabio attraverso i sogni.

La grandezza di queste donne sta nell’essere persone comuni: seppure segnate dalla Storia, hanno reso la quotidianità straordinaria con la loro capacità di resistenza nella vita di ogni giorno, portando ironia, saggezza, spinte oniriche e rendendo in qualche modo e senza dubbio il mondo un posto migliore dove vivere.

Incontriamo donne che si sono salvate da un matrimonio con gesto di difesa, bambine avvolte nel loro mondo apparentemente impenetrabile nel mondo del sostegno e della diversità in anni in cui tutto ciò era ancora un tabù, donne di mare e di campagna tra elezioni di Miss e corpi con cui convivere. Una costellazione di donne che attraverso la voce inconfondibile di Fabio offrono lezioni per tutti noi, in tempi complessi dove magnifiche maestre come queste possono essere un ottimo antidoto.

Note al margine

I libri di Fabio Genovesi sono sempre prima di tutto un’avventura dell’anima in cui il lettore viene trascinato dalle sue parole, dal suo tono inconfondibile capace di coinvolgere e, delicatamente, stravolgere. Eppure, quando le storie di Fabio tornano in Versilia, si sente il battito ancestrale di un mondo mitico e lucente che splende come in queste pagine di “Mie magnifiche maestre”. I personaggi autobiografici che ci accompagnano in questo romanzo si insinuano nei nostri pensieri proponendoci un approccio alla vita e al mondo tutto da riscoprire. Un approccio basato su grande autoironia, capacità di resistere, sensibilità e empatia, i fili rossi che collegano i vari personaggi di queste pagine. Fabio in questa opera si mette a nudo e in discussione, da uomo cinquantenne che sente la fortuna (sua e nostra) di essere un grande narratore capace di toccare le nostre corde più nascoste e farle vibrare di suoni che avevamo dimenticato. Le parole scelte con cura, il ritmo melodioso della narrazione, l’armonioso connubio tra sogno e realtà, follia e saggezza, regalano al lettore un tempo di lettura denso e pieno di stimoli capace di protarsi con sguardo rinnovato anche quando chiudiamo il libro.

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