Foto Simone Pierotti

VIAREGGIO. “La sospensione, per sei mesi, di Michelangelo di Beo dal partito della Rifondazione Comunista di Viareggio, a cui esprimiamo la nostra piena solidarietà, non è solo una decisione antidemocratica che ricorda metodi stalinisti ma è la conferma ulteriore del declino in cui è precipitato il gruppo dirigente di Rifondazione Comunista in Versilia.” Lo scrive in una nota il Coordinamento Anticapitalista Versiliese, formato da Dada Viruz Project, Partito Comunista dei Lavoratori, Sinistra Critica e Spazio Antagonista di Resistenza Sociale (Sars).

“I dirigenti del Prc in Versilia, e in particolar modo quelli del circolo Manfredini, preferiscono per qualche posto in giunta rinunciare a idee e programmi di una sinistra anticapitalista per fare compromessi al ribasso con il Pd. Il Prc in Versilia preferisce tenere in vita il cadavere della Federazione della Sinistra piuttosto che aprire ai movimenti e al confronto con altre realtà sociali di base.

“Si nascondono dietro slogan come quello dell’unità dei comunisti che in realtà vuol dire unità solo con la setta dei Comunisti Italiani. Il Partito dei Comunisti Italiani (PdCI) è un partito ben attaccato alle poltrone istituzionali ma totalmente assente dalla società. Il comportamento della consigliera provinciale Isaliana lazzerini che impedisce ai cittadini di partecipare a riunioni aperte riguardanti il piano dei rifiuti è un atto deprecabile che deve far riflettere quanto ormai sia distante la politica istituzionale dai cittadini.

“I dirigenti di Rifondazione farebbero bene a chiedersi come mai da anni perdono voti e iscritti. Quando ad un’assemblea di circolo partecipano solo 17 persone e votano altre 46 persone per delega si insulta l’intelligenza oltre che la democrazia. Dopo la brutta figura rimediata a Camaiore, dove il partito è arrivato al minimo storico ed ha imposto lo stesso come assessore il solito Andrea Carrara, trasformando la nuova stagione di Del Dotto in una primavera siberiana anche a Viareggio il partito della rifondazione comunista rischia di fare l’ennesimo disastro.

“Ben diverso è l’atteggiamento del circolo Caracol che è presente nella realtà quotidiana della città con una serie di iniziative sociali e culturali che vedono impegnati tantissimi giovani.

“L’attacco del partito contro i suoi giovani non è una novità è una storia che dura da decenni e abbraccia almeno due o tre generazioni. Dietro questo atteggiamento si nasconde la paura del gruppo dirigente di perdere posizioni di privilegio conquistate con l’occupazione famelica del partito. Noi auguriamo ai militanti onesti di quel partito di liberarsi di questo gruppo dirigente fatto di funzionari, stipendiati delle municipalizzate e assessori.

“Se non riusciranno in questo loro obbiettivo l’unica scelta è lasciare quel partito morente per unirsi alle tante e tanti compagni che già fuori dal Prc portano avanti una coerente lotta anticapitalista.”

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