Foto Versiliatoday

VIAREGGIO. Sono convinti che la dirigenza della federazione della Versilia del partito di Rifondazione Comunista “debba fare un passo indietro”. Di più: dare le dimissioni. Perché “chi governa Rifondazione Comunista in Versilia ha perso l’imparzialità ed è incapace di gestire posizioni diverse”. Non usano mezzi termini i militanti del circolo Caracol, uno dei due circoli territoriali di Rifondazione Comunista presenti a Viareggio: la decisione del collegio federale di garanzia di sospendere per sei mesi dal partito Michelangelo Di Beo, segretario locale dell’Unione Inquilini e membro del circolo stesso, proprio non la digeriscono.

“I provvedimenti disciplinari, all’interno di un partito, possono essere di varia natura”, spiega Jan Vecoli, esponente del circolo Caracol. “Si comincia con il semplice richiamo verbale o scritto e si passa, poi, alla sospensione da incarichi politici, alla sospensione che può durare fino a un anno e, infine, alla radiazione: nel caso di Di Beo si è deciso di scegliere immediatamente il penultimo livello.”

Di Beo è stato sospeso per aver pubblicato all’interno di un gruppo su Facebook commenti ‘che hanno recato offesa all’immagine del partito’, come si legge nel provvedimento. “Eppure, leggendo attentamente lo statuto del partito, si legge che ‘il ricorso a misure disciplinari va considerato come rimedio a situazioni non altrimenti risolvibili e, in ogni caso, è escluso per il dissenso politico, comunque espresso, nello svolgimento della vita democratica del partito’.”

Per Vecoli, così come per tutti i circa 80 iscritti al circolo Caracol, la tempistica del provvedimento, notificato lo scorso lunedì 18 febbraio, alimenta più di un sospetto: “Guarda caso, è arrivato a cinque giorni dalle elezioni politiche nazionali e a tre mesi da quelle amministrative a Viareggio, dove Di Beo avrebbe potuto e dovuto essere candidato. Sembra che i tempi siano stati scelti per tentare di impedirne la candidatura.”

Il direttivo del circolo, che nell’assemblea dello scorso lunedì sera ha eletto all’unanimità Di Beo come segretario di circolo per esprimere una sorta di disobbedienza civile, presenterà ricorso al collegio nazionale di garanzia e invierà un’informativa al comitato politico nazionale.

Peraltro, aggiunge Vecoli, “questa sospensione è stata comminata solo a Di Beo in quanto membro del comitato politico di federazione: gli altri membri del Caracol, da statuto, sono giudicati dal collegio di garanzia del circolo. Di fatto, questo è un attacco diretto verso il Caracol e i suoi iscritti, gli unici a fare un’azione reale sul territorio nel tentativo di cambiare la società.”

Già dalla nascita il circolo aveva fatto discutere, come ricorda Fabio Del Giudice, giovane militante del partito: “Siamo stati osteggiati fin dall’inizio, quando contavamo appena 20 tessere ed eravamo tutti ragazzi. Poi, in un anno, siamo passati a 80 iscritti, a coinvolgere anche soggetti più anziani che hanno seguito da vicino iniziative come i Gruppi di Acquisto Popolare o il doposcuola e hanno deciso di tesserarsi autonomamente.

“Da parte nostra c’è la volontà di rimanere e combattere, perché negli ultimi due anni abbiamo subito ingiustizie. Abbiamo solo voluto dare un piccolo aiuto con iniziative concrete in tempi di antipolitica: non capire questo è sintomo di miopia politica.”

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