Foto Simone Pierotti

VIAREGGIO. Il numero diciassette è, storicamente, uno dei simboli della sfortuna. Nel caso del sindaco Luca Lunardini quelle due cifre potrebbero coincidere con un evento particolarmente funesto: la fine prematura del suo mandato elettorale. Già alle prese con la spada di Damocle della mozione di sfiducia firmata da 16 consiglieri comunali, il primo cittadino vede anche respingere dalla massima assemblea cittadina il Regolamento Urbanistico, uno dei punti cardine del suo programma elettorale, nella seduta di ieri sera mercoledì 25 luglio.

Con 17 voti a favore – quelli dei firmatari della richiesta di sfiducia più Alessandro Bolognesi del Pdl, presidente della commissione urbanistica – passa infatti la delibera che chiede la revoca dell’adozione del provvedimento. E adesso Lunardini potrebbe decidere di dimettersi senza aspettare che il consiglio comunale metta ai voti la mozione di sfiducia.

La votazione che potrebbe segnare la fine dell’esperienza del centrodestra alla guida della città arriva dopo una seduta particolarmente estenuante, durata quasi quattro ore. Che inizia con l’analisi profetica di Antonio Batistini, capogruppo del Partito Democratico, quando passa vicino al tavolo occupato dai giornalisti: “Passa la delibera con 17 voti”. Il sindaco viene interpellato sul possibile scenario: “Deciderò domani nel caso andassimo sotto.” Come in una sorta di ringkomposition, la “struttura ad anello”comune a molti poemi epici in cui l’inizio coincide con la fine, sono le stesse parole che pronuncerà quasi quattro ore dopo.

Foto Simone Pierotti

La seduta registra le assenze di Michele Di Santo della Democrazia Cristiana Toscana, come già aveva annunciato, e di Silvano Pasquali del Pdl per “motivi etici”. A prendere la parola per primo è Alessandro Bolognesi, al quale spetta il compito di esporre l’oggetto della discussione: è la delibera per la revoca dell’adottato Regolamento Urbanistico, con tanto di controdeduzioni. Un’iniziativa che nasce dai rilievi effettuati dalla Provincia di Lucca e, soprattutto, dalla Regione Toscana, da cui emergono numerose “incongruenze” nello strumento urbanistico adottato, in termini soprattutto di metodo e di vincoli paesaggistici.

Tra i banchi del consiglio si inizia a bisbigliare: “Che si fa? Dobbiamo leggere il testo prima di passare alla votazione?”. L’atmosfera si fa tesa tra l’assessore Cima e Batistini, con reciproci inviti a restare in silenzio. Giorgio Fruzza, presidente del consiglio comunale, prova a riportare l’ordine: sospende la seduta per cinque minuti e convoca i capigruppo. È passata solo poco più di mezz’ora dall’inizio della discussione, la serata ha ancora molto da raccontare.

Una volta rientrati in aula, Aldo Paoli (Pdl) legge la relazione del dirigente Riccardo Raffaelli, contrario alla proposta di delibera: le osservazioni di Provincia e Regione, si legge, sono semplici “integrazioni, richieste di modifiche e revisione”. Allo stesso modo, Marina Gridelli (Pdl) riporta quanto scritto dal segretario generale Rosa Priore, pure lei pronunciatasi in maniera negativa sulla delibera.

Foto Simone Pierotti

L’opposizione, a quel punto, passa all’attacco con Andrea Palestini (Pd): “È triste vedervi difendere il Regolamento Urbanistico estrapolando a caso frasi scritte dai tecnici del Comune”, dice rivolgendosi alla maggioranza. Il collega Batistini rincara la dose e parla addirittura di “tentativo di spaventare i consiglieri”. Il riferimento è alla possibilità, espressa nelle relazioni dei dirigenti, di rivolgersi alla Corte dei Conti per sapere se sussista l’ipotesi di danno erariale nel caso in cui il Regolamento venga respinto. E si parla anche di “strumentalizzazione” dei tecnici comunali.

Paolo Spadaccini dell’Udc segue a ruota: “Non ho mai letto interventi come quelli del segretario Priore che gettano una luce sinistra su questa vicenda”, esordisce. “La sua esortazione al parere della Corte dei Conti è molto severa: siamo sicuri che ci sia davvero il danno erariale se la delibera di revoca passa?”. Nino Sergiampietri di Vivere Viareggio non è da meno: “Con il Regolamento si andrebbe verso la cementificazione della città, una colata ininterrotta dalla via di Montramito a Torre del Lago passando per la Salov, la zona ex-Macelli, e ancora Varignano, Cotone e Bicchio.”

Chiamata in causa, il segretario Rosa Priore replica alle contestazioni: “Non c’è stata alcuna pressione su di me da parte del sindaco: mi limito ad esprimere la mia funzione che è quella di favorire gli obiettivi dell’amministrazione comunale. E il Regolamento Urbanistico è uno di questi.

Foto Simone Pierotti

“Quanto alla mia relazione, il mio parere negativo nasce dal fatto che non si è sufficientemente dimostrato che la strada della revoca sia l’unica, efficace ed efficiente per raggiungere gli obiettivi indicati da Provincia e Regione. Allo stesso modo, non si è dimostrato che il semplice adeguamento alle osservazioni manifestate dai due enti sia il procedimento più farraginoso.”

La seduta torna a farsi tesa intorno alle 23.20: Annamaria Vassalle del Pdl, interrotta dai consiglieri dell’opposizione, si rivolge a Fruzza per chiedere rispetto. “Ma come vi permettete di parlare di rispetto proprio voi?”, tuona una cittadina seduta in mezzo al pubblico. Per qualche minuto non si va avanti, almeno fino a quando la contestatrice non viene fatta allontanare dalle forze dell’ordine presenti in sala.

Una volta riprese regolarmente le discussioni, il centrosinistra sferra un altro attacco: “Il vostro Regolamento Urbanistico non ha alcuna idea di città”, esclama Milziade Caprili de la Sinistra/l’Arcobaleno. Che aggiunge: “Si capisce che i tecnici sono stati sottoposti a scelte politiche e questo non va bene: la terzietà delle decisioni assunte deve essere sempre garantita.”

Frattanto si avvicina la mezzanotte. Isaliana Lazzerini della Federazione della Sinistra chiede che si affrettino le operazioni di voto, ma il suo appello cade nel vuoto. La chiusura è affidata a due esponenti del Pd. Antonio Nicoletti rinfaccia al centrodestra di non aver realizzato “nemmeno un metro di barriere architettoniche” e di aver predisposto uno strumento urbanistico “senza piste ciclabili né  piani del traffico.”

Foto Simone Pierotti

Chiara Romanini, invece, sembra farsi portavoce degli umori dei cittadini presenti in sala: “Il consiglio comunale è davvero un teatro triste, non mi sorprende che l’antipolitica stia avanzando in Italia.

“Il Regolamento Urbanistico dovrebbe essere il tentativo di rendere Viareggio una città omogenea, senza quartieri di Serie A ed altri di Serie B: c’è forse un interesse privato, anziché collettivo? C’è forse qualche connessione tra la minaccia di rivolgersi alla Corte dei Conti e quella del presidente della Fondazione Carnevale Alessandro Santini sull’ipotesi che salti il Carnevale in caso di caduta della giunta Lunardini?”

La serata è ormai agli sgoccioli. Dopo l’intervento di Celestino Casula del Pdl, l’onere di concludere la discussione è affidato al sindaco. “Ho sentito volare parole forti stasera dai banchi dell’opposizione: si è parlato di ‘dirigenti prestati alla strumentalizzazione’, di ‘pressioni’, ‘interessi privati’, ‘esternazioni che possono estorcere votazioni diverse dall’orientamento politico’, addirittura di ‘terrorismo psicologico’. Va bene la libertà di espressione, ma qui si sospetta dell’operato di un dirigente comunale.

“Questo Regolamento Urbanistico è certamente migliorabile, ma è anche ragionevolmente equilibrato: è assurdo sentir parlare di cementificazione. E non vi è alcun terrorismo da parte mia: semplicemente, gli uffici preposti non riscontrano legittimità in questa richiesta di revoca. Per questo non partecipiamo alle operazioni di voto: anche esprimere la nostra contrarietà equivarrebbe a riconoscere un minimo di legittimità alla vostra posizione.”

Dopo oltre tre ore e mezzo si va ai voti, con i consiglieri di maggioranza che si chiamano fuori dalla consultazione. Lo fanno, invece, gli esponenti del centrosinistra più Bolognesi, Puccinelli, Sergiampietri, Spadaccini ed Eugenio Vassalle. Sono 17 e votano tutti a favore: l’adozione del Regolamento Urbanistico, sancita dalla delibera 69 dello scorso 28 novembre, viene revocata.

Tutti vanno a cercare Lunardini, il quale chiosa: “Stanotte ci dormirò su, domani deciderò cosa fare.” Ma il finale è tutto per il segretario generale Priore, che ribatte alle accuse di interessi personali nell’esprimere la propria contrarietà alla richiesta di revoca: “Non ho parlato di illegittimità, ho solo detto che l’interesse pubblico in questo caso non è stato dimostrato a sufficienza. Guai a chi dice che io stia perseguendo interessi privati.”

Il battibecco con i consiglieri di minoranza, e Palestini nello specifico, è l’epilogo di una serata dai nervi tesi: “Hai sbagliato a scrivere del ricorso della Corte dei Conti nella relazione”, le urla l’esponente del Pd. “Peraltro, ci eravamo sentiti in mattinata, anche con il dirigente Raffaelli, e questo problema non era emerso. La revoca è comunque possibile, è stato fatta anche in altri Comuni. E i Regolamenti Urbanistici non sono materia contabile, quindi è possibile che la Corte dei Conti risponda che non è chiamata ad esprimersi su questi argomenti.”

Foto Simone Pierotti

E adesso si aprono tre possibili scenari.

Il primo: Lunardini decide di dimettersi, senza aspettare che il consiglio comunale metta ai voti la mozione di sfiducia firmata da 16 consiglieri. A quel punto passerebbero 20 giorni di tempo, utili al centrodestra per provare a trovare la maggioranza numerica nella massima assemblea cittadina.

Il secondo: si vota la richiesta di sfiducia, non prima di 10 giorni e non più tardi di 30 dalla presentazione della mozione (20 luglio: il consiglio comunale verrebbe quindi convocato tra il 31 luglio ed il 18 agosto). L’opposizione partirebbe da una base di 16 voti. Non ci sarebbe quello di Bolognesi, il quale in questo caso si esprimerebbe a favore di Lunardini. Potrebbe unirsi a lui Eugenio Vassalle, nell’eventualità in cui Lunardini decidesse di abbassare le tasse.

Il terzo: gli stessi consiglieri che hanno richiesto di votare la sfiducia a Lunardini decidono di dimettersi, ipotesi ventilata ieri sera nel corso della discussione. A quel punto il consiglio comunale verrebbe sciolto e arriverebbe il commissario prefettizio. Milziade Caprili, però, non aderirebbe: “Ma come? Abbiamo battuto Lunardini sul Regolamento Urbanistico e dovrei farmi da parte io? Non ci si dimette dopo una simile vittoria politica.”

Resta da capire se lo farà il primo cittadino, addirittura già nel corso della giornata odierna.

(Visitato 196 volte, 1 visite oggi)

PASSEGGIATA DI VIAREGGIO, NUOVE FIORIERE PER ABBELLIRE IL LUNGOMARE

CALCIOSCOMMESSE, ANDREA MASIELLO DEFERITO PER ILLECITO SPORTIVO