VERSILIA. Una spiaggia insolita quella che si è presentata a residenti e turisti in questa calda mattina di piena estae. Ombrelloni chiusi fino alle 11 da Forte dei Marmi fino a Torre del Lago per dire ‘no alle aste’ delle concessioni demaniali previste da una normativa comunitaria a partire dal primo gennaio 2016.
La serrata dei balneari ha come obiettivo quello di attirare l’attenzione del governo – “che di questa situazione se ne lava le mani” come hanno affermato più volte le associazioni di categoria – politici e cittadini sulle conseguenze dell’attuazione dell’ormai famosa Bolkestein ponendo l’accento in maniera particolare sull’errata interpretazione della direttiva Servizi. Un gesto dal forte valore simbolico per trovare un accordo per salvare 30.000 aziende familiari e oltre 600 mila lavoratori del settore, cercando di limitare l”incertezza sulle concessioni che blocca ogni tipo di investimento.
Così nonostante il caldo e il solleone dei primi giorni di agosto questa mattina gli ombrelloni sono rimasti chiusi e, 
per alleviare la privazione della fresca ombra i balneari hanno deciso di organizzare una serie di manifestazioni a pro dei loro clienti. Così a bordo piscina, in terrazza o in riva al mare i frequentatori della spiaggia hanno potuto gustare gratuitamente la colazione, fette di cocomero, melone e frutta fresca, pizza o focaccia calda. Anche l’aperitivo o il caffè sono stati offerti dagli imprenditori balneari insieme a giochi di animazione, concorsi di bellezza o di forza.
Al bagno Nuova Italia in Passeggiata a Viareggio per esempio colazione offerta a tutti i bagnanti “per ringraziarli – spiega il titolare Piero Bellandi (Sib Confcommercio) – del disagio che abbiamo loro creato questa mattina. La clientela si è posta a fianco dei balneari contro la mala interpretazione della Bolkestein perché gli habitué della spiaggia gradiscono un servizio personalizzato. Se invece passa la logica della concessione al miglior offerente diventa tutto un autogrill
eliminando di conseguenza il made in Italy e ogni nostra specificità”.
