PIETRASANTA. Monica Guerritore sarà protagonista a Pietrasanta di “…Mi chiedete di parlare”, per l’ ultimo appuntamento con la stagione di Prosa del Teatro Comunale in scena lunedì 25 marzo alle  21.15 (anziché martedì 26).

La straordinaria attrice romana vestirà i panni di Oriana Fallaci, in uno spettacolo toccante e coinvolgente da lei stessa scritto e diretto con Lucilla Mininno, che la vedrà confrontarsi con la tormentata, ma intensa figura di una donna tanto celebre, amata ma anche contestata. Carnale, libera, tagliente, Monica Guerritore, trasmette la forza, la rabbia e il dolore che hanno permeato la vita della famosa giornalista, la prima donna corrispondente di guerra, scrittrice solitaria e forte, il suo modo di affrontare la malattia e la sua rabbia contro l’integralismo islamico (biglietti da 12 a 24 Euro).

In “…Mi chiedete di parlare” Monica Guerritore, una delle attrici più carismatiche del nostro tempo, ha ricostruito la storia di Oriana Fallaci “tradendo” la biografia:  “Ho cercato di farmi spazio tra i qualunquismi e i luoghi comuni – dice Monica Guerritore –  di accostarmi all’originalità, all’unicità e la forza della grande giornalista e la straordinarietà della donna. Il tempo stesso percepisco la distanza tra Fallaci 1 e Fallaci2. Donna bellissima. Testimone di libertà e di pace in Vietnam e in Messico, dolcissima poetessa e scrittore di romanzi di battaglia. Poi la malattia, l’improvvisa lucida rabbia contro l’integralismo islamico dopo l’11 settembre e l’avvio di una straordinaria produzione letteraria. Ma Oriana non appare più, lascia il passo al Mito Fallaci e sragionando o forse ragionando e senza freni com’era abituata a fare, lo alimenta. Entro nell’Enigma Fallaci a tentoni, come entrare in una grande stanza buia illuminandola con una torcia. Sarà luce e forte su alcuni angoli… solo su alcuni. Quando si tratta di un essere umano l’intuizione dell’Insieme rimane incerta.”

“Immagino una folle, piccola donna – prosegue la Guerritore –  che torna nel luogo della sua solitudine, quella  casa di New York, ora non più sua, coperta di teli di plastica, in attesa di nuovi abitanti. Là nessuno poteva entrare e una grande giornalista, come Lucia Annunziata, descriverà “un disordine che inquieta, una donna sola, un tappeto di cicche di sigarette per terra…”.

È lì che si era rintanata Oriana, nell’ombra. Mentre la Fallaci infiammava il mondo.

“Non guardatemi” chiederà gentilmente alla fine del mio spettacolo “…Non guardatemi morire”. Non mostrando più niente di sé, Oriana è riuscita a salvaguardare il Mito Fallaci. La sua forza e il suo glamour.

 

 


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