VIAREGGIO. Fino a pochi mesi fa aveva vissuto le trasferte del Carnevale in terra straniera solo attraverso i racconti di papà Renato e zio Arnaldo. Ora anche Fabrizio Galli, carrista di prima categoria, avrà qualche ricordo da condividere con i maghi della cartapesta che verranno: dal 27 marzo al 29 aprile è stato assieme alla figlia Valentina in Nicaragua, a godersi il sole e il calore del Centro America mentre i loro concittadini erano alle prese con uno dei mesi più piovosi da 60 anni in qua.

Ma non era una gita di piacere: i due Galli erano a Managua per allestire “Natura e allegria por la vida”, ovvero il grande vulcano in cartapesta che ha sfilato come carro fuori concorso all’ultima edizione del Carnevale viareggino. Come già aveva anticipato il vicesindaco della capitale nicaraguense Enrique Armas nel corso della sua visita a Viareggio, infatti, la costruzione di Galli è stata la grande protagonista del Carnevale di Managua lo scorso 27 aprile.

“La mia esperienza nella costruzione di carri si è fatta sentire”, racconta Galli, che già era stato in Nicaragua lo scorso autunno, nel corso di una conferenza stampa presso la Fondazione Carnevale. “I tempi per il montaggio del carro, arrivato all’interno di un cargo dopo due giorni di viaggio, erano strettissimi. Non sono mancati alcuni problemi logistici, ma quello che conta è il risultato finale: sono tornato a Viareggio contento e felice.”

Man mano che Galli prosegue, la narrazione si arricchisce di aneddoti: “All’una di notte del sabato in cui era in programma la sfilata il carro era parzialmente pronto: mancavano ancora tantissimi pezzi. E tutta la costruzione è stata montata non sopra una tradizionale carretta, perché non ne avevano, bensì su un rimorchio da camion.

“Le operazioni di montaggio sono state effettuate all’interno di un grande campo, con un vento fortissimo che ha piegato alcuni mascheroni. Abbiamo lavorato in mezzo a mille ostacoli. Ma io non ho mollato un solo istante. E mia figlia Valentina è stata bravissima.”

Foto Fabrizio Galli

Problemi logistici, qualche screzio, le differenze linguistiche. Poi, però, inizia la sfilata tra le vie di Managua. E tutto passa in secondo piano: “Quando il carro è partito io ero al suo interno, con il vulcano chiuso: non vedevo, insomma, la folla. Per qualche secondo mi è sembrato di essere a Viareggio.

“Gli sguardi e lo stupore dei nicaraguensi per questa costruzione interamente dedicata al loro paese rimarranno per sempre nei miei ricordi. E conserverò anche la bellissima immagine di un bambino che, incuriosito, ha accarezzato un grande pappagallo del carro: non aveva mai toccato la cartapesta in vita sua.”

Galli rivolge un accorato appello a chi, dopo le elezioni amministrative, si insedierà a Palazzo delle Muse: “Mai come in questi ultimi dodici mesi il Carnevale ha collezionato così tante uscite all’estero: è la dimostrazione che possiamo esportare la nostra arte.

“Quando io ho progettato il carro del vulcano non pensavo che poi avrebbe sfilato anche in Nicaragua: potremmo realizzare in futuro costruzioni dedicate ad altri paesi per poi esportarle. È tempo di uscire dal nostro orticello e, allo stesso tempo, di apprezzare davvero il nostro Carnevale: una struttura come la Cittadella non esiste in nessun’altra parte del mondo.”

Messaggio dedicato ai soloni viareggini: non è vero che il Carnevale degli altri è sempre più bello.

@GorskiPark

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