VIAREGGIO. Che l’insabbiamento del porto di Viareggio sia un serio problema per l’economia della città, nonché per la sicurezza di chi va per mare, è una cosa risaputa. Meno noto è, invece, che esistano soluzioni diverse – e definitive – rispetto al dragaggio periodico dell’imboccatura”.

Lo scrivono Daniele Cammilli e Angelo del Gaudio del coordinamento Italia dei Valori Viareggio.

“In alcune zone del nord Europa – spiegano – da tempo si ruba terra al mare, con soluzioni idrauliche definitive e non eccessivamente dispendiose, soprattutto nel lungo termine. In altre zone del pianeta si sono affrontati con successo problemi sia erosivi che di accumulo analoghi al nostro. Perché, dunque, non prendere esempio dai Paesi più efficienti del nostro impiegando le medesime tecnologie, già collaudate, e fare in modo di trasformare un problema in una risorsa?”

Quindi la proposta. “A Viareggio non è più possibile, per ovvie ragioni, intervenire sulle strutture portuali già esistenti e l’utilizzo delle draghe come soluzione tampone rappresenta uno sperpero di denaro pubblico che, invece, potrebbe essere utilizzato per la realizzazione di progetto risolutivo. Noi di Italia dei Valori Viareggio, sulla scorta di quanto già realizzato altrove, abbiamo elaborato una proposta che riteniamo possa essere estremamente interessante, sia sotto il profilo tecnico che sotto quello economico, turistico ed ambientale. La nostra proposta prevede il coinvolgimento di imprese locali nella progettazione e nella manutenzione costante della struttura, con ricadute importanti a livello occupazionale; inoltre prevediamo che una simile opera possa divenire un’attrattiva turistica, cosa di cui Viareggio ha disperato bisogno”.

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