SERAVEZZA. Nuovo appuntamento con A Spasso con Galatea, grazie a Stefania e Tessa del blog Galatea Versilia. In questa puntata ci raccontano la storia di Palazzo Mediceo che, proprio ieri è entrato di diritto nel patrimonio dell’Unesco.

Questo articolo è un omaggio al Palazzo Mediceo di Seravezza, una sorta di brindisi (letterario) insieme a tutti voi per festeggiare la decisione dell’Unesco. Per chi ancora non lo sapesse, visto che la notizia è di ieri, il Palazzo Mediceo è diventato, insieme alla altre undici ville e ai due Giardini Medicei, Patrimonio dell’umanità Unesco.

Ora qualche notizia…

Il palazzo fu fatto costruire da Cosimo I tra il 1560 e il 1564, l’architetto non è certo: Bartolomeo Ammannati o Bernardo Buontalenti? Comunque l’architetto è di sicuro uno della cerchia medicea visto che lo stile architettonico ha delle analogie con lo stile rinascimentale toscano e in particolare con le altre ville medicee.

La zona di Seravezza era di grande importanza strategica per il possesso della Versilia, non dobbiamo dimenticare però l’importanza economica della cittadina dovuta alla vicinanza a cave e miniere che Cosimo I desiderava sviluppare. Queste, che erano da tempo inattive, grazie al granduca rifiorirono. Si deve ai Medici la scoperta di filoni di piombo argentifero e del marmo detto “fior di pesco” o “Breccia Medicea”, da subito molto richiesti.

Il Palazzo nel Cinquecento si presentava come un autentico paradiso: grandi boschi nei quali si praticava la caccia, un orto e un giardino geometrico all’italiana, una cappella e un edificio adibito a scuderie. Guardando la lunetta di Giusto di Utens (autore di lunette delle ville medicee) possiamo notare che tutto è rimasto come allora a parte una piccolo cambiamento: al tempo dei Medici l’entrata era nell’attuale parte posteriore del Palazzo, sono ancora visibili nello stipite della porta i segni lasciati dalle carrozze nell’entrare.

Meta privilegiata di alcuni membri della famiglia Medicea nel periodo estivo, come Bianca Cappello, la seconda moglie di Francesco I Medici, e Maria Cristina di Lorena, che qui trascorse molto tempo in seguito alla morte del marito Ferdinando.

Entrando nel cortile del palazzo possiamo vedere un pozzo coronato da un trota, la scultura celebra una pesca fortunata di Maria Cristina di Lorena che avrebbe pescato una trota molto grande a Ruosina e qui, nel luogo del “fattaccio”, c’è un’altra scultura del pesce.

Con il granduca Pietro Leopoldo di Lorena (dopo l’estinzione dei Medici  subentrano i Lorena) il Palazzo Mediceo divenne sede dei magazzini e degli uffici amministrativi di una ferriera, ancora visibile al lato del palazzo (oggi Fondazione Arkad). Nel 1835, chiusa la ferriera, la villa ritornò ad essere luogo di soggiorno della famiglia. Passata allo Stato italiano, nel 1864 venne donata al comune di Seravezza che la usò come sede Municipale fino al 1966. Oggi ospita il Museo del Lavoro e delle Tradizioni Popolari della Versilia Storica, la biblioteca Comunale “Sirio Giannini”, e esposizioni di arte moderna e contemporanea.

All’interno rimangono alcune importanti testimonianze del passato: i frontali in marmo dei camini e un tavolo in legno con ripiano in marmo che secondo alcuni inventari risalirebbe al tempo di Cosimo I. Una piccola curiosità? Cosimo non avrebbe pagato l’operaio esecutore della lastra di marmo perchè quest’ultima presentava dei “difetti”.

Gli altri edifici del complesso sono le scuderie, recentemente restaurate, e la cappellina dei primi del Seicento voluta da Maria Cristina di Lorena

 

 

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