ROMA. “La storia è agli atti, la nostra soddisfazione l’abbiamo avuta nel processo”. Giulio Barsacchi, figlio dell’ex sottosegretario Paolo Barsacchi, a distanza di tanti anni continua a difendere con decisione la scelta di sua madre, Anna Maria Gemignani, ma non si schiera dalla parte di chi chiede le dimissioni di Giuliano Amato dalla Corte Costituzionale.

Era il 1990 quando la vedova del senatore socialista viareggino Paolo Barsacchi decide di registrare una telefonata con l’allora vicesegretario del Psi Giuliano Amato e poi consegnarla alla magistratura per difendere il buon nome del marito in un processo per presunte tangenti nella costruzione della pretura di Viareggio. Suo marito era morto pochi anni prima.

Dopo la pubblicazione dell’intercettazione telefonica su Il Fatto Quotidiano, Giulio Barsacchi, che all’epoca aveva 25 anni, racconta: “Sì con mia madre ne abbiamo parlato, ci ha colpito, dopo tanti anni si sono riaperte vecchie ferite, mia madre è una donna riservata, emotiva. Mio padre è sempre stato un uomo amato e stimato, a Viareggio tutti lo possono dire”.

Con Amato “eravamo amici di famiglia, se fossi stato in lui io quella telefonata non l’avrei fatta”, ripete Giulio Barsacchi, fino a poco tempo fa consigliere comunale per il Pd a Viareggio ed oggi critico con il suo partito che vorrebbe “più laico, insomma più socialista”.

(fonte ANSA).

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ultimo aggiornamento: 17-09-2013


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