VIAREGGIO. Nuovo appuntamento con FeliceMente, la rubrica di VersiliaToday dedicata alla mente e alla sua conoscenza, curata dalla dottoressa Valentina Aletti. Oggi un tema delicato e complesso: la felicità

Il segreto della felicità

Come può la nostra felicità essere influenzata da cose che non abbiamo, che probabilmente non avremo mai e che non ci sarebbero nemmeno mancate, se non ci fossero venute in mente? Mi ha molto incuriosito l’episodio descritto da un celebre giornalista del noto giornale inglese The Guardian il quale ha raccontato quanto gli era accaduto in volo.

I più affezionati del tradizionale modo di viaggiare (e mangiare) sulle compagnie aeree avranno ben presente quando, al momento del pasto, il personale di bordo pronuncia la classica frase: “chicken or beef?” ovvero “ pollo o manzo?”. Oliver Burkeman ha vissuto l’esperienza d’una innovativa compagnia aerea nella quale invece delle solite due opzioni veniva proposto un menù cartaceo con due scelte di carne e una di pasta per i vegetariani. Dopo aver chiesto la pasta si era sentito rispondere che non era disponibile.

Il giornalista racconta che, nonostante gli fosse importato poco di mangiar pasta, era rimasto colpito del fastidio che aveva provato a quella risposta poiché, se nessuno gli avesse prospettato questa opzione, molto probabilmente non ne avrebbe mai avuto il desiderio. La sua rabbia era pertanto dovuta al fatto di non aver ricevuto una cosa, che non sapeva di volere, fino a che la compagnia aerea (che non poteva dargliela) glielo aveva suggerito.

La verità nascosta in questa storia è così grande e ovvia che è difficile vedere quanto tutto questo sia in realtà molto strano. Come può la nostra felicità essere influenzata da cose che non abbiamo e che probabilmente non avremo mai e che non ci sarebbero nemmeno mancate, se non ci fossero venute in mente?

Gli economisti Sarin e Baucells nel loro libro L’ingegneria della felicità definiscono così la questione fondamentale del benessere: “la felicità equivale alla realtà meno le aspettative”. Creare aspettative oltre la capacità della realtà e quindi non soddisfarle, porta alla tristezza.

Ma è vero anche il contrario, ovvero gli studi suggeriscono che dare prima una cattiva notizia e successivamente smentirla, porta alla felicità. Ecco qui il vecchio trucco dei venditori di auto: abbindolare il cliente con un affare che però non si può applicare alla macchina interessata, dopo aver parlato con il capo accettare di fare un’eccezione a cui segue un immediato sollievo che fa scattare la felicità…e la vendita!

Da questa articolata riflessione il giornalista s’interroga su quanto le elevate aspettative potrebbero essere la causa del malessere delle generazione di questo millennio. I nati dall’era del “baby boom” sono stati cresciuti da genitori di una generazione che potremmo chiamare “della depressione economica”, per cui ci si aspettava che solo il duro lavoro avrebbe portato alla sicurezza. Grazie al grande sviluppo economico di quegli anni queste persone sono riuscite a fare meglio delle loro aspettative iniziali, ma hanno instillato a questo punto nei loro figli aspettative ancora più grandi di riuscita, della serie “si può fare tutto nella vita!”. Le nostre generazioni si ritrovano pertanto a vivere in una situazione economica peggiore di quella dei loro genitori o nonni, a cui si aggiunge una serie di informazioni continuamente distorte dai social media come facebook su come gli altri se la stanno cavando. Per questi motivi è più facile perdere il controllo sulle nostre aspettative ed è sicuramente tempo di abbassarle.

Questo ci riporta al problema: come fare ad abbassare le nostre aspettative? Molti guru della materia suggeriscono di mantenere le nostre aspettative ad un livello realistico come se si potesse semplicemente scegliere solo questa modalità. A volte suggeriscono anche alcune tattiche le cui migliori non coinvolgono direttamente il cambiamento dei pensieri ma quello dell’ambiente: “scegli saggiamente il tuo stagno perché il posto dove vivi, il lavoro che fai e la persone con cui socializzi sono per te tutte potenziali fonti di aspettative esagerate”.

Voglio concludere con questa affermazione aggiungendo che forse “se non vuoi avere una delusione meglio proprio non crearti aspettative ( da non confondere con i desideri)” …ecco svelato il segreto della felicità!

 

 

    • FeliceMente è curata da Valentina Aletti, psicologa clinica, laureata presso l’Università degli Studi di Firenze. Specializzanda in psicoterapia sistemico-relazionale ha conseguito master di perfezionamento in PNL , diagnosi e cura dei disturbi del comportamento alimentare e obesità , consulenza tecnica e peritale e disturbi dell’apprendimento e comportamento in età evolutiva. Per informazioni o richieste scrivere a [email protected]
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