FIRENZE. «La morte dell’avvocato Sabatini è la riprova del fatto che in 20 km non possono esistere 3 Asl in competizione fra di loro per la mobilità passiva e che queste debbano essere accorpate. Ci domandiamo perché l’uomo non sia stato operato all’ospedale Cisanello di Pisa dove è presente un reparto neurochirurgia o perché l’equipe neurochirurgica dell’ospedale di Livorno non abbia operato l’uomo al Versilia».

È il commento del consigliere regionale del Nuovo Centrodestra e membro della IV commissione Sanità, Gian Luca Lazzeri sulla scomparsa di Mario Sabatini, il paziente 62enne deceduto il 29 novembre all’ospedale Versilia di Lido di Camaiore in seguito ad un’emorragia cerebrale, venti giorni dopo essere stato dimesso dello stesso ospedale dove era inizialmente ricoverato per embolia polmonare. Due giorni le dimissioni infatti l’uomo è tornato al pronto soccorso del Versilia a causa di un’emorragia cerebrale.

Qui sarebbe iniziato un ping-pong fra l’ospedale di Livorno, dove l’uomo è stato trasportato per essere sottoposto a intervento chirurgico, e il Versilia dove il paziente è stato riportato non essendoci possibilità di ricovero per mancanza di posti letto. Fatti su cui i familiari hanno scritto una lettera all’assessore Marroni chiedendo chiarezza.

«Le risposte ai nostri interrogativi – sottolinea il consigliere regionale Ncd – si trovano nella riorganizzazione sanitaria e nel monitoraggio tramite quantificazione dei flussi di mobilità passiva. Non possiamo affermare se il trasporto abbia peggiorato il quadro clinico del paziente, ma sappiamo che una sanità che sottopone i pazienti a viaggi di oltre 50 km a bordo di un ambulanza in seguito a una delicata operazione chirurgica non è una buona sanità. La famiglia ha scritto una lettera all’assessore Marroni chiedendo che episodi del genere non succedano più. Crediamo che per esaudire il loro desiderio la soluzione sia la creazione di una Asl unica per tutta l’Area Vasta Nord-Ovest in modo da indirizzare le persone per interventi complessi dove ci siano disponibilità e professionalità adeguate ai casi specifici. In caso contrario continuerà a restare il dubbio che le scelte non vengano fatte per garantire il migliore servizio possibile ai pazienti ma secondo la logica della convenienza. Mi chiedo inoltre perché vista l’indisponibilità di posti letto a Livorno, l’equipe di neurochirurgia non abbia operato il paziente all’ospedale Versilia come avrebbe fatto un modello di sanità che risponde ai bisogni dei cittadini e non delle strutture».

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