VIAREGGIO. “Tagliare i compensi è apprezzabile ma anche un po’ troppo facile. I presidenti e i cda delle partecipate sono dei ‘regalini’ politici agli amici e agli alleati: le partecipate andrebbero ridotte a un numero minimo indispensabile, come promesso dal sindaco in campagna elettorale, e nominato l’amministratore unico come per la Patrimonio eliminando presidenti, vice, consigli di amministrazione e tutto il loro seguito. Questo sarebbe un vero ‘risparmio’, anche in senso etico, quello promesso e quello che chiedono i cittadini.” Così scrive in una nota Rossella Martina, capogruppo consiliare della lista civica Viareggio Tornerà Bellissima.

“Ci spiega, sindaco, cosa fa il presidente della Mo.Ver. Paolo Casini per guadagnare 43.500 euro l’anno dal 2014 e che fino al 31 dicembre ne prende 105mila? Quali sono i suoi compiti, quanto tempo gli prendono, che peso hanno nelle scelte della Mover che notoriamente è guidata dall’amministratore delegato Mario Del Pistoia? E che cosa fa il presidente dell’Asp Carlo Lazzarini per guadagnare 18mila euro, addirittura 77mila fino al 31 dicembre, quando è noto che chi guida realmente l’azienda è il direttore generale Marco Franciosi? E la signora Gemma Borin, presidente di Sea Ambiente, per quale ragione dovrebbe ricevere 18mila euro l’anno – fino a oggi 54mila – visto che, con tutto il rispetto, del ciclo dei rifiuti non sa nulla tanto da dare risposte evasive o addirittura fantasiose se interrogata? Il presidente di Sea Risorse Filippo Guidi prenderà 12mila euro l’anno esattamente per fare cosa? Qualcuno ce lo sa dire?

rossella martina
(foto Alberto Macaluso)

“E la Viareggio Porto? Possibile che ci sia bisogno di una società per azioni con i costi conseguenti per presidente Giovanni Giannerini – da gennaio costerà ‘solo’ 28.800 euro l’anno – e consiglieri per affittare posti barca lungo le banchine? Ho provato ad andare sul sito per conoscere le diverse funzioni della Viareggio Porto e alla casella ‘Chi siamo’ ho trovato ‘Il porto di Viareggio è costituito da un avamporto e sei darsene’. Bizzarro, ma forse molto istruttivo sulla necessità e utilità di questa società partecipata: non sanno nemmeno loro cosa scrivere su ‘Chi siamo’ e ‘Cosa facciamo’.

“Se queste persone lavorassero veramente si ribellerebbero, giustamente, a una riduzione drastica dei compensi, invece zitti e buoni perché quel che arriva a fine mese è tutto grasso che cola a spese del contribuente!

£Caro sindaco, se vuoi affrontare seriamente il problema delle partecipate ci vuole molto più coraggio. Ci vuole l’ardire di dire no alle ricompense politiche. Ci vuole la determinazione di fare il bene della città e non del partito. Serve la grinta per respingere i ricatti incrociati degli alleati. Ci vuole la fermezza degli intenti.

“Ci vuole la risolutezza di buttare all’aria e ricostruire con trasparenza e temerarietà. Ora, subito. Non domani o nei prossimi anni.”

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