Appuntamento speciale (puntata numero 28) con  DA UOMO A UOMO, la rubrica di Versiliatoday dedicata alla sessuologia, all’andrologia e all’urologia, curata dal dottor Luca Lunardini. La festa del papà è l’oggetto di oggi.

9 MARZO: LA FESTA DEL PAPÀ: NON SOLO FRITTELLE DI RISO.

 FORSE NON SAPEVATE CHE…

La tradizione di festeggiare i papà nasce nei primi decenni del XX secolo, per l’esattezza il 5 luglio 1908 a Fairmont in West Virginia, dove la signora Sonora Smart Dodd per prima si fece promotrice della festa. Da allora nei Paesi di tradizione statunitense la ricorrenza si tiene la terza domenica di giugno. Mentre in altri Stati, come il nostro, di tradizione cattolica, la festa del papà viene festeggiata il 19 marzo, giorno di San Giuseppe, padre putativo di Gesù.

LA COSCIENZA DELLA PATERNITA’

Nel corso dei secoli il ruolo e la funzione paterna sono mutati nel tempo, adeguandosi al periodo sociale e culturale. L’uomo primitivo, e non solo, ha ignorato a lungo la connessione fra atto sessuale e procreazione: per cui il concetto stesso di paternità era sconosciuto. L’ulteriore sviluppo e l’evolversi del pensiero portarono alla costituzione dell’istituto familiare e alla trasformazione del modello sociale che da matriarcale divenne patriarcale. Da parte dei padri sorsero a poco a poco desideri e pretese legati alla progenie. Oltre alla affettività divenne preminente l’importanza della discendenza, dell’avere eredi legittimi e propri e, quindi, di non disperdere al di fuori della famiglia il nome, i beni e i poteri. Negli ultimi decenni il ruolo paterno si è profondamente modificato e siamo passati dalla figura autoritaria e dominante del “pater familia” a quella simpaticamente affettuoso del “mammo”. Una evoluzione che è il segno della presa di coscienza di una più ampia genitorialità, con ruoli materni e paterni distinti ma anche profondamente interconnessi fino a sovrapporsi senza trauma alcuno.

BABBO: TERZO INCOMODO?

Ce ne accorgiamo ogni giorno, nei film, nelle riviste più o meno patinate, nelle pubblicità: La maternità’ è da sempre al centro dell’attenzione così come “l’universo mamma”, continuamente sotto la luce dei riflettori.

E i papà? Secondo una recente ricerca on-line molti di loro (il 26% degli intervistati) si sentirebbero una sorta di “brutto anatroccolo” diventando vittime di quella che gli psicologi definiscono ‘Sindrome da Calimero’: esclusi cioè dal rapporto madre-figlio. Alcuni (34%) di loro hanno l’impressione di essere visti come dei veri e propri “bancomat” e il 45% si lamenta di veder messe da parte le loro esigenze, quando basterebbe maggiore condivisione per riscoprire la gioia che hanno provato all’annuncio che sarebbero diventati padri (il momento più bello della loro vita per il 54%). Il 33% ammette di avere non pochi problemi di rapporti con i figli, cosa che accade soprattutto con i figli maschi (43%), con i quali sembra esserci veramente poco dialogo o complicità.

GENITORE AD UN CERTO PUNTO LO SI DIVENTA, MA FARE IL PAPÀ (E LA MAMMA) LO SI IMPARA CON L’ESPERIENZA.

Essere papà (e mamma..) oggi è difficile più che mai soprattutto, complice la crisi economica, quando si deve trovare il modo di conciliare il lavoro con la famiglia. È un’alchimia difficile, che quando persa, ha ricadute negative sul proprio equilibrio interiore.

Il papà si trova spesso a vivere una genitorialità differente dalla mamma, forse meno assidua, meno legata alla fisicità, ma non per questo meno intensa. Talvolta, per retaggio culturale, il padre si trova ad avere una posizione più distaccata, magari trovandosi a dover supportare la moglie nel suo ruolo di mamma, più che confrontandosi direttamente con il suo vero ruolo. Troppo spesso i papà lottano, in un film muto, senza dare voce al proprio dissidio interiore, con la fatica di trovare un modo per gestire questi passaggi. Insomma, per molti padri il rapporto con la propria famiglia non è sempre “rose e fiori”, eppure tutti gli intervistati sono sempre pronti ad emozionarsi “con poco”: basta condividere e vivere insieme qualsiasi momento, anche l’esperienza più semplice, come guardare tutti insieme un programma in tv o uscire a mangiare una pizza.

SESSO DA.. (neo-)PAPA’…

Abbiamo parlato del vissuto affettivo di un papà verso i figli, ma verso la propria metà cosa accade? La nascita di un figlio cambia la relazione di coppia: nel nuovo ruolo di genitori infatti può capitare che uno o entrambi i membri della coppia abbiano difficoltà a ritrovare la vecchia intesa. La nascita del primo figlio è, in tutte le coppie, un momento intenso di trambusto e di cambiamento, che spesso mette seriamente alla prova anche la vita sessuale. Percentuali enormi, attorno al 60%, delle neomamme e dei neopapà esprimono dubbi e paure pensando al primo rapporto che avranno dopo la nascita del loro figlio.

da uomo a uomo Fino a non molto tempo fa, la donna che aveva da poco partorito non doveva toccare l’acqua o svolgere lavori domestici per almeno quaranta giorni! Anche i rapporti sessuali in questo lungo periodo di quarantena erano considerati un tabù! Si trattava ovviamente di falsi miti, nati in epoca medioevale, quando la giovane mamma veniva considerata “impura” a causa delle perdite di sangue post-partum, o anche perché si temeva che l’attività sessuale potesse sciupare il suo latte, o che vi fosse un maggior rischio di contrarre infezioni.

Oggi sappiamo che tutte queste credenze popolari non hanno fondamento e le coppie sono potenzialmente libere di ricominciare ad avere rapporti in qualsiasi momento: in realtà, per diversi motivi i rapporti sessuali non riprendono subito ed anzi è molto frequente che la coppia incontri delle difficoltà sotto l’aspetto sessuale.

Secondo uno studio di qualche anno fa quasi il 40% dei neo-genitori riferisce un peggioramento della relazione, mentre solo il 10% la descrive come più intensa e gratificante. Un altro studio sostiene che a 3 e 12 mesi dal parto il desiderio sessuale delle primipare, rispetto a prima della gravidanza, risulta inferiore, rispettivamente, del 57% e del 25%.

Dal punto di vista evoluzionistico si è tentato di spiegare questo momento particolare della vita della donna come un periodo necessario a garantire la sopravvivenza della prole: la donna infatti, perdendo interesse per altri stimoli presenti nell’ambiente, riesce a dedicarsi interamente e completamente al bambino, permettendogli così di crescere e diventare autonomo.

Se vi ricordate, poi, della recente puntata “la chimica dell’amore” non vi meraviglierete di scoprire come in questo processo vi siano anche cause ormonali: il calo degli estrogeni comporta una perdita di lubrificazione nella vagina; l’aumento della concentrazione di prolattina (ormone che raggiunge il picco ad una settimana dal parto e che permette la lattazione) è responsabile anche delle variazioni dell’umore (es. calo del desiderio, stanchezza e facilità al pianto). Inoltre, le donne che lamentano una riduzione del desiderio hanno livelli di testosterone significativamente inferiori.

Le motivazioni psicologiche per il calo di desiderio riguardano, però, sia l’uomo che la donna.

La donna, dopo il parto, può sentirsi meno dotata di capacità seduttive ed erotiche, come già sperimentato durante la gravidanza. Per molte donne gravide infatti non è facile accettare di vedere il proprio corpo modificarsi rispetto ai canoni di bellezza comunemente accettati, con conseguente perdita di autostima e sentimenti di inadeguatezza.

Ma anche l’uomo rimane fortemente coinvolto dalla “grande novità”, e, anzi, secondo alcuni studi, il desiderio sessuale calerebbe addirittura in modo maggiore nell’uomo che nella donna.

Una volta la nascita di un bambino era una questione solo materna con i padri in un ruolo decisamente marginale, sia durante l’attesa, sia dopo la nascita del figlio. Oggi tutto questo è (fortunatamente!) cambiato: da quando i padri sono stati ammessi ai corsi di preparazione al parto e possono essere presenti al momento della nascita, essi vivono più intensamente l’esperienza della nuova genitorialità e possono più facilmente elaborare, insieme alla mamma, la rinuncia ad un rapporto esclusivo a due. Alcuni però possono restare molto colpiti da alcuni aspetti clinici relativi al parto: la sofferenza della propria partner, il sangue, le suture, finendo per provare fatica a riprendere i rapporti sessuali con la propria donna.

A tutto questo va aggiunta la presenza del bambino, che, con le sue continue richieste, i pianti, il diverso ritmo sonno-veglia, gli orari per la pappa, ecc., può rendere difficile una vera e propria intimità di coppia.

Tutti questi fattori possono contribuire all’instaurarsi di una patologia sessuale di coppia che coinvolge la risposta sessuale a tutti i livelli: dal calo del desiderio alle difficoltà di eccitazione e di percezione orgasmica.

Normalmente i rapporti sessuali vengono ripresi in media dopo 6-8 settimane dal parto. Con la particolarità che alla ripresa dell’attività sessuale, parrebbe che solo il 20% delle donne riesca a provare l’orgasmo. Ad un anno dal parto, circa la metà delle donne e degli uomini si dichiarano insoddisfatti dell’ “intimità sessuale.

Se la coppia fosse opportunamente preparata ai problemi di tipo sessuale cui va incontro con la nascita di un figlio, forse il rapporto di coppia potrebbe essere maggiormente curato anche da questo punto di vista, prevenendo difficoltà e crisi. I dati ci dicono che prima e dopo il parto, solo il 20% delle coppie riceve informazioni circa i possibili problemi o cambiamenti che il parto potrebbe procurare alla loro vita sessuale

Qualora la coppia senta di avere delle difficoltà nel ritrovare una sessualità soddisfacente, è opportuno affrontare il problema con una terapia di coppia in tempi abbastanza rapidi e non quando i rapporti sessuali si sono ormai troppo diradati o sono diventati inesistenti o vi è stato l’allontanamento/tradimento di uno dei due partners.

PER CONCLUDERE: ALCUNI CONSIGLI PER LA FESTA DEL PAPÀ

Se dobbiamo dare retta alle statistiche parrebbe che almeno il 40% dei papà in occasione della loro festa vorrebbe vivere una giornata da “protagonista” essere un po’ coccolato e viziato e di ricevere un regalo che li faccia sentire veramente al centro dei pensieri dei propri famigliari.

Cosa far trovare, allora, ai papà? (come sempre: crisi economica permettendo..)

Assolutamente out, in grado di rovinare la festa più bella, il classico regalo “ripetitivo”, come la cravatta o le pantofole, uguale tutti gli anni, segnale che si tratta di una semplice abitudine, non il desiderio di fare un regalo sentito. E lo stesso vale per il solito “regalo utile” (portafogli maglione nuovo, ecc.). Un po’ stranamente non parrebbe neppure gradito (bocciato da quasi il 50% degli intervistati) il regalo “ironico” (tazza con frase finto-spiritosa, bavaglino con immagine satirica…).

Quali sono invece i regali che i papà vorrebbero ricevere per la loro festa e che li farebbero sentire veramente coccolati e viziati? Per quei papà con un hobby ben preciso la risposta è semplice: un oggetto legato ad una loro specifica passione (pesca, modellismo, cucina, ecc.). È, comunque, in genere anche ben accetto un oggetto da condividere e utilizzare insieme agli altri membri della famiglia, come una macchina da caffè, un televisore, un abbonamento ai canali satellitari, ecc. E sempre seguendo il fil-rouge della “condivisione” e della possibilità di vivere un’esperienza insieme al resto della famiglia, oltre il 60% ha indicato come regalo in grado di rendere speciale la Festa del Papà, un viaggio o una semplice gita da vivere insieme. Molto apprezzato sarebbe anche un oggetto unico, (come un orologio, un bracciale personalizzato dai propri figli…) pensato proprio per loro: i papà.

Perché, in fondo in fondo, solo di questo si tratta: sentirsi ancora una volta al centro delle attenzioni della propria famiglia.

“…Non è difficile diventar padre; essere un padre, questo è difficile…” Wilhelm Busch

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Il DR. Luca Lunardini è Medico-Chirurgo, Specialista Urologo con incarico di Alta Specializzazione in Andrologia, è dirigente medico presso la Unità Operativa di Urologia della A.S.L. 12 Versilia.

Membro della società italiana degli Urologi Ospedalieri e della Società Italana di Andrologia, ha fatto parte della Commissione Oncologica Nazionale del Ministero della Salute ed è stato Presidente della Sezione Provinciale di Lucca della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori.

Il Dr. Lunardini è contattabile per qualsivoglia approfondimento via email al seguente indirizzi:[email protected]

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