Consuento appuntamento della domenica con FeliceMente, la rubrica di VersiliaToday dedicata alla mente e alla sua conoscenza, curata dalla dottoressa Valentina Aletti.

 GLI ATTACCHI DI PANICO

Capita molto spesso di sentir parlare di Attacchi di Panico, ma cosa sono? Come si manifestano? Cosa causa la loro insorgenza? e quali possono essere le conseguenze e le modalità di risoluzione del problema?
Una serie di domande sulla quale vorrei far luce perché troppo spesso si sente utilizzare questa “etichetta” in modo improprio e del tutto inutile ai fini di risolvere il disagio vissuto dalla persona.
La paura è un’emozione tipica del regno animale e degli esseri umani. Ha la funzione di preparare l’organismo (mente e corpo) ad affrontare un pericolo, permettendo di attuare un comportamento a volte di attacco, a volte di fuga. Quando però la paura raggiunge livelli troppo elevati, l’uomo si trova a dover affrontare un forte stress che lo rende così vulnerabile che la risposta può essere anche la paralisi.
Il panico vero e proprio viene raggiunto focalizzando l’attenzione sui propri stati interni fisiologici provocati dalla paura. Questo genera un stato di ansia che una volta innescato si auto-alimenta, generando appunto una sorta di paralisi.
Gli attacchi di panico sono comunemente descritti come un’improvvisa e rapida manifestazione di ansia della durata di pochi minuti. Il tipico esordio avviene a “ciel sereno” ovvero durante una normale situazione di routine che solo successivamente può diventare oggetto di evitamento.
Durante l’attacco la persona mette in atto una serie di risposte cognitive e neurovegetative di vario genere con intensità e frequenza variabile, per cui i quadri clinici di ogni singolo individuo possono diversificarsi molto tra loro.
Paura, terrore, sensazione di morte imminente, timore di perdere il controllo di se stessi si associano a palpitazioni, dolore toracico ( senso di oppressione al petto), sensazione di soffocamento, vampate di calore o brividi di freddo, tremori o sudorazione profusa.
La crisi può essere vissuta in modo molto intenso dalla persona ma passare del tutto inosservata agli occhi degli altri, poiché il soggetto cerca di nascondere le sensazioni provate, interrompendo però l’attività e allontanandosi per raggiungere un luogo che ritiene sicuro.
Gli attacchi di panico sembrano legati nel loro esordio a situazioni di perdita di importanti relazioni interpersonali (separazioni, lutti ecc.) o anche a eventi positivi come la nascita di un figlio o un nuovo lavoro in cui il soggetto è chiamato ad affrontare un cambiamento. Per un clinico è importante fare una buona diagnosi e concentrarsi sulla storia del paziente alla comparsa del sintomo per restituire in primis un significato dell’accaduto alla persona, che si trova come “comandata” da una forza superiore sulla quale è impotente.
Molto spesso infatti le persone dopo un primo attacco vivono nella “paura della paura” , ossia nel timore che si verifichi un nuovo attacco e si proteggono evitando tutte quelle situazioni o luoghi a rischio, compromettendo a volte in modo molto severo la loro vita e la loro libertà.
Evitamento, ipocondria (convinzioni di essere affetti da una malattia fisica), agorafobia ( timore di situazioni sociali e spazi aperti) sono tra le più comuni conseguenze degli attacchi di panico e fattori di mantenimento degli stessi.
Un episodio di attacco di panico nella vita è comune nella maggioranza della popolazione e non è sintomo di malattia. Il ripetersi di questi episodi è importante che sia sottoposto all’ attenzione clinica di uno specialista più rapidamente possibile, poiché così facendo si aumenta la probabilità di una remissione completa del disturbo senza sintomi residui…quindi forza c’è speranza di stare meglio!

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FeliceMente è curata da Valentina Aletti, psicologa clinica, laureata presso l’Università degli Studi di Firenze. Specializzanda in psicoterapia sistemico-relazionale ha conseguito master di perfezionamento in PNL , diagnosi e cura dei disturbi del comportamento alimentare e obesità , consulenza tecnica e peritale e disturbi dell’apprendimento e comportamento in età evolutiva. Per informazioni o richieste scrivere a: [email protected]

Avvertenza: questa rubrica ha come fine quello di favorire la riflessione su temi di natura psicologica. Le informazioni fornite hanno carattere generale e non sono da intendersi come sostitutive di regolare consulenza professionale. Le mail saranno protette dal più stretto riserbo e quelle pubblicate, previo esplicito consenso del lettore, saranno modificate in modo da tutelarne la privacy

 

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TAG:
FeliceMente psicologia Valentina Aletti

ultimo aggiornamento: 04-05-2014


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