VIAREGGIO. “Il Viareggio si iscriverà al prossimo campionato di Lega Pro”. Un mese e mezzo fa, l’annuncio dell’allora presidente bianconero Stefano Dinelli riempiva di entusiasmo i cuori dei tifosi. Oggi, invece, quelle parole assumono la violenza di un pugno nello stomaco. Niente Lega Pro per il Viareggio, dopo sette anni di gioie, sofferenze e salvezze strappate sempre con i denti.

Tranquilli, parla Dinelli. Era il 5 giugno quando il numero uno del Viareggio, colui che aveva preso le zebre nelle acque limacciose dell’Eccellenza per riportarle in quelle cristalline del calcio professionistico, si affidava a Facebook per sgombrare il campo da timori più o meno giustificati: “Vorrei tranquillizzare gli splendidi e passionali tifosi, perché grazie a loro il Viareggio si iscriverà al prossimo campionato. Fino a che c’è un cuore che batte non può esserci il cadavere”. Il nome del suo successore è ancora ignoto, in quei giorni. Ma agli sportivi bastano quelle poche parole per guardare con ottimismo al futuro. E pregustare già i derby contro Lucchese e Pistoiese.

(foto Andrea Zani)
(foto Andrea Zani)

Passaggio di consegne. Esattamente una settimana dopo, Dinelli proclama che “è stato raggiunto l’accordo per la cessione a terzi del Viareggio, i quali provvederanno a tutti gli adempimenti necessari per garantire alla squadra la partecipazione al campionato Lega Pro 2014/2015”. Domenico Filippelli prende il posto di Dinelli alla presidenza, mentre Daniele Carpina ricopre il ruolo di direttore generale: sono loro, adesso, i custodi del Viareggio. Che in panchina potrebbe essere guidato da un allenatore poco gradito alla tifoseria bianconera, quell’Agenore Maurizi esonerato da Dinelli dopo un paio di mesi nella stagione 2011-12. Poche settimane dopo, quella che è solo un’idea si concretizza. Come si concretizzano alcuni addii.

L’affaire Pellegrini. La nuova proprietà temporeggia nel presentarsi ufficialmente alla cittadinanza e il motivo è presto spiegato: “Il primo pensiero è l’iscrizione al campionato”, rassicura Dinelli. Ma i sentori non sono buoni. E la vicenda di Eros Pellegrini, l’esterno trevigiano in comproprietà con il Pisa, procura giustificati grattacapi ai tifosi: il Viareggio ha offerto di più e quindi si riappropria del giocatore, ma un vizio di forma ribalta l’esito delle buste. Pellegrini rimane in nerazzurro.

stefano dinelliMaledetta fidejussione. Il Viareggio sbriga le ultime pratiche e deposita tutta la documentazione richiesta dalla Figc. Come nel caso di Pellegrini, però, l’inghippo è dietro l’angolo. La fidejussione è stata presentata attraverso la Pec, con la firma digitale: la Lega Pro esige quella originale. Per il dg Carpina, però, è solo una formalità, tant’è che vengono ufficializzati gli acquisti del difensore Pratali e del portiere Ioime. I tifosi non si fidano e chiedono un incontro urgente alla nuova dirigenza.

The end. Mentre Dinelli e i suoi stretti collaboratori si congedano dagli sportivi al Bagno Balena, Carpina e il nuovo direttore sportivo Basile continuano a setacciare i corridoi del calciomercato. La squadra si appresta a iniziare il ritiro a Montecatini – siamo ancora senza presentazioni ufficiali alla stampa – ma sulla campagna acquisti si addensano nubi minacciose: la Co.Vi.Soc, l’organo di vigilanza sui bilanci delle società di calcio, esprime perplessità sulla situazione dei bianconeri. Non basta presentare i documenti richiesti dalla Federazione: il ricorso viene rigettato, il Viareggio è fuori dal calcio professionistico. Esattamente come venti anni fa, nel 1994, quando presidente era Francesco Picciotto e la società bianconera, schiacciata dal peso di milioni di lire di debiti, non fu ammessa all’allora Serie C2. Stavolta è tutta colpa di una fidejussione anomala. Niente conti in rosso. Ma è pur sempre una questione di dannati soldi.

(Visitato 297 volte, 1 visite oggi)

Viareggio, ora che succede? Ricorso all’Alta Corte del Coni come ultima speranza

Europei di hockey, impresa dell’Italia. Battuto il Portogallo