VIAREGGIO. Si è svolto questo pomeriggio a Firenze l’atteso incontro tra i rappresentanti del comitato “Viareggio unita per il diritto all’istruzione” e il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.

Il comitato ha illustrato a Rossi le criticità della situazione dei servizi 0-6 del Comune di Viareggio chiedendo “un fattivo intervento a sostegno degli asili nidi che rischiano la chiusura a gennaio, del processo di statalizzazione delle scuole materne comunali e delle famiglie che stanno affrontando il rincaro delle tariffe dei servizi”.

Il governatore si è impegnato a trovare soluzioni che consentano il mantenimento di tutti i servizi. Per le scuole dell’infanzia la Regione farà da interlocutore con lo Stato affinché vengano statalizzate tutte le 14 sezioni comunali: se ciò non fosse possibile garantirà un contributo economico che consentirà la presenza delle insegnanti di sostegno anche per gli anni venturi.

Affermando che “il servizio degli asili nido è un servizio essenziale che va garantito a tutti i bambini”, Rossi si è altresì impegnato a trovare insieme al commissario prefettizio Valerio Massimo Romeo una soluzione affinché tutte le strutture possano rimanere aperte ed efficienti.

Rossi si è dimostrato attento alle problematiche delle famiglie in difficoltà a causa del rincaro delle rette e ha espresso l’intenzione di cercare forme di sostegno ed aiuto per le situazione di maggiore disagio economico: ricontatterà le rappresentanti del comitato entro sei giorni per la definizione delle soluzioni.

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“Il dissesto finanziario del Comune non deve ricadere sulle famiglie: soprattutto non possono diminuire i servizi offerti” sottolinea e tranquillizza il presidente Enrico Rossi.

Così gli insegnanti di sostegno per le scuole dell’infanzia comunali saranno garantiti: ne mancavano sette. I nidi frequentati da 455 bambini e gestiti per buona parte da una cooperativa a cui il Comune non può rinnovare l’appalto che scade alla fine di dicembre non saranno chiusi. “Troveremo una soluzione con il commissario” dice. Quanto alla tariffe portate ai livelli massimi dopo la dichiarazione di dissesto del Comune e il buco di 53 milioni da ripianare – frequenza, mensa e scuolabus compresi, con rincari per tutti: anche chi ha redditi bassi – la Regione purtroppo ha le mani legate.

Le tariffe sono comunali e si tratta di una scelta di fatto obbligata: cento euro in più di media al mese per i nidi (da 313 a 420 euro per una famiglia con un Isee superiore a 20 mila euro), un euro di aumento per il pranzo a mensa (da 4,26 a 5,77 euro per i redditi più alti) e scuolabus triplicato (da 25 a 75 euro, anche per Isee appena sopra i 12 mila euro). Ma questo non vuol dire che la Regione se ne starà ferma. “Potremo intervenire in soccorso delle famiglie disagiate o in maggiore difficoltà con i voucher con cui già oggi sosteniamo l’accesso a nidi e materne” spiega ancora il presidente.

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