VIAREGGIO. Pochi giorni fa Alberto Orlandi, uomo di punta dell’Alimac Forte dei Marmi, aveva detto che gara-quattro della finale scudetto contro il Cgc Viareggio sarebbe stata la più particolare. Martedì scorso l’ipotesi della sfida a porte chiuse al PalaBarsacchi era assai remota, eppure i fatti gli hanno dato ragione. Non è stata una partita come se ne vedono nell’hockey: una squadra (il Cgc) va avanti di cinque gol ma poi rischia di farsi riacciuffare dall’avversaria (il Forte) che, in questo modo, spreca il primo match-point per mettere nuovamente le mani sul tricolore.

“Loro sono stati bravissimi a sfruttare ogni azione in cui potevano andare a segno. Noi abbiamo sbattuto più volte contro i legni della porta di Barozzi, bravissimo anche questa sera. Speriamo che in gara-cinque ci siano pali e traverse a nostro favore…”.

Uno dei giocatori più titolati dell’hockey su pista non può esimersi da un commento su quello che è stato lo scenario del quarto atto di questo derby sempre più palpitante: la desolazione del PalaBarsacchi di stasera, dove è andato in scena un incontro a porte chiuse al cospetto solamente di giornalisti, dirigenti e agenti di polizia, fa male a chi ha fatto della corsa sui pattini una ragione di vita. “Credo che il nostro movimento debba fare fronte comune e alzare la voce per evitare buffonate simili: questa sera ha perso l’hockey su pista, inutile nasconderci. E il Cgc ha dovuto rinunciare a quello che sarebbe sicuramente stato un incasso straordinario: è come se una squadra di calcio ricevesse una multa da un milione di euro…”.

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