VECCHIANO. Prima avrebbe raccontato le fasi dell’omicidio a un connazionale suo compagno di cella, quasi a vantarsi di quello che aveva fatto. Poi Idrissi Rahhal, marocchino di 28 anni, accusato di aver ucciso con 14 coltellate una nigeriana di 36 anni nella pineta della Bufalina, tra Vecchiano (Pisa) e Torre del Lago (Lucca) dove la donna si prostituiva, ha confessato il delitto davanti al pm. E’ quanto spiegato nel corso della conferenza stampa stamani dopo la notifica della misura di custodia cautelare in carcere al nordafricano, gi recluso per altra causa. Movente dell’omicidio il rifiuto della nigeriana di aver un rapporto sessuale completo col 28enne.

Il marocchino è anche sospettato di avere compiuto nei mesi precedenti alcune rapine a prostitute e transessuali. Proprio per una di queste – un colpo avvenuto a gennaio a Torre del Lago, vittima un transessuale brasiliano – era stato arrestato ad aprile a Cecina (Livorno): all’epoca comunque i carabinieri del nucleo investigativo di Pisa avevano gi raccolto indizi a suo carico per l’omicidio nella pineta. Tra gli elementi che hanno portato alla sua individuazione da parte degli investigatori dell’Arma coordinati dal pm Lydia Pagnini, uno scontrino trovato sul luogo del delitto, relativo all’acquisto, avvenuto la mattina dell’omicidio, di tre birre in un supermercato di Torre del Lago. Visionando le immagini delle telecamere del negozio i militari hanno individuato lo straniero, molto alto e corrispondente alle descrizioni fatte dai frequentatori della pineta su un soggetto violento che aveva gi aggredito trans e prostitute nei mesi precedenti. La svolta è arrivata poi dopo il riconoscimento dell’indagato da parte del brasiliano rapinato a gennaio. Dopo settimane di ricerche tra Pisa e Livorno, Rahhal è stato localizzato la sera del 13 aprile a Cecina: sugli abiti che indossava sono state rilevate tracce di sangue. Le analisi del Ris di Roma hanno confermato poi la presenza del Dna della vittima sui vestiti del 28enne e di quello del nordafricano sulla vittima. Poi le intercettazioni in cella e la confessione al pm.

Intanto le autorità italiane stanno lavorando per facilitare il rimpatrio della salma della nigeriana: i familiari non hanno i soldi necessari per sostenere le spese e da quasi due mesi la salma è all’istituto di medicina legale di Pisa. (ANSA).

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ultimo aggiornamento: 29-05-2015


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