VIAREGGIO. “Le delibere che vanno in votazione nel consiglio comunale di lunedì e riguardanti la Viareggio Patrimonio pongono più di un dubbio a chi è chiamato a votarle e a dirlo non è solo il sottoscritto ma anche il collega Giovanni Iacomini di Lucca il quale ha messo a disposizione del liquidatore e del sindaco più che un parere quelle che lui stesso chiama ‘riflessioni’ in merito all’iter procedurale da intraprendere per la Viareggio Patrimonio, in più punti salienti costellate di ben evidenziati interrogativi pesanti che il medesimo professionista non esita a sottolineare dicendo che non è discutibile che si possa pervenire a conclusioni contraddittorie”. Lo scrive Massimiliano Baldini, capogruppo consiliare del Movimento dei Cittadini.

“Partiamo da un presupposto: la scelta dell’autofallimento sta tutta sulle spalle dell’amministrazione che, a mio avviso, avrebbe potuto anche riflettere meglio sul punto. Ad esempio ricordo che nel caso della Viareggio Porto si intraprese la via del concordato preventivo in bianco che ebbe il non discutibile vantaggio di una pronuncia pregiudiziale incidenter tantum del Tribunale di Lucca in merito alla fallibilità della società perchè come sappiamo solo l’imprenditore soggetto al fallimento può essere ammesso al concordato preventivo.

“Una soluzione che poteva tornare utile anche in questo caso perchè se poi il concordato preventivo non reggeva saremmo falliti ugualmente ma almeno avremmo preventivamente saputo come la vedeva il Tribunale di Lucca sulla questione del fallimento della società in house senza caricare sulle spalle dei consiglieri il rischio delle conseguenze di un errore. Già, perchè qui chi sbaglia paga caro, molto caro, c’è il penale e la bancarotta è reato di pericolo. Oggettivamente, anche a voler andare dietro alla tesi della fallibilità (che a mio avviso rimane molto ma molto dubbia) non si capisce la fretta della giunta e del sindaco.

Foto: Giacomo Lucarini
Massimiliano Baldini
“Il liquidatore ha depositato l’istanza di autofallimento il 31 agosto, il Giudice Delegato ce l’ha sul tavolo già da undici giorni, sta per decidere. Lo farà massimo entro una settimana, dieci giorni, cosa brucia? Perché non attendere il pronunciamento del Giudice Delegato sulla fallibilità della Viareggio Patrimonio ed evitare ai consiglieri il rischio del penale? Perché questa fretta di portare in Consiglio atti che, una volta votati, potrebbero essere annullati, revocati con le debite conseguenze per chi ha votato? Ripeto: conseguenze penali e patrimoniali.

“Attenzione, il rischio nasce proprio dal fatto che non si capisce se i beni siano indisponibili o meno. E questo sia perchè vi sono attività di fatto strettamente commerciali sia perchè di fronte ad esecuzioni in essere ormai prossime alla fase della vendita su beni come la piscina, il Comune non ha fatto mai opposizione accettando la procedura giudiziale come se i beni fossere alienabili.

“Poi, vi è da aggiungere che i Revisori dei Conti del Comune hanno detto chiaro e tondo che il loro parere positivo è vincolato al fatto che il Comune in dissesto non abbia pesi e costi mentre Iacomini ha detto che proprio la remuneratività nel passaggio concorre ad una maggiore credibilità degli atti. Atti che, visto lo stato di dissesto, non si comprende bene come possano concretare la forma del comodato gratuito anche tenuto conto della sorte degli atti precedenti come quelli del Germoglio o del Fienile.

“Altri indizi strani, molto strani: il dirigente non firma, alla Commissione Bilancio non vi era un tecnico che uno presente ma solo politici, gli atti come al solito consegnati solo in fondo e di corsa.

“Morale: sarebbe più prudente attendere il pronunciamento imminente del Tribunale di Lucca sulla fallibilità della Viareggio Patrimonio. Voglio ricordare il noto proverbio secondo il quale ‘la fretta fa i gattini ciechi’ perché, a mio avviso, qui c’è puzza di bruciato e qualcuno rischia davvero di farsi male”.

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ultimo aggiornamento: 11-09-2015


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