VIAREGGIO. “La scelta del fallimento della Viareggio Patrimonio è la scorciatoia che l’amministrazione Del Ghingaro ha scelto per risolvere il problema dei problemi, ossia la riorganizzazione delle partecipate, ma questa scorciatoia comporterà prezzi sul piano sociale oggi non dichiarati ma che rischiano di diventare enormi. Non solo sono a rischio decine di posti di lavoro nelle partecipate stesse (Viareggio Patrimonio e Principino), ma anche decine di famiglie oggi ospitate nelle case dell’emergenza abitative e forse la perdita di tutti gli impianti sportivi e della rete idrica e poi il destino, al di la delle banche, di quelle piccole e medie imprese creditrici della società e delle associazioni esposte con la Viareggio Patrimonio proprio perché azienda in house”. Ad affermarlo è Andrea Antonioli, membro del direttivo della Cgil provinciale.

“La questione non è la fallibilità della Viareggio Patrimonio che l’amministrazione Del Ghingaro sta perseguendo con la presentazione da parte del Liquidatore dell’azienda della richiesta di autofallimento già avanzata 15 giorni fa in barba a tutto e tutti: partecipazione, consiglio comunale, parti sociali. Se il giudice accoglierà la richiesta di autofallimento, non faccio alcun approfondimento giuridico, ma in base al buon senso, trovo difficile che suoi beni patrimoniali – ripeto, suoi e non del Comune – possano essere considerati beni indisponibili e quindi tolti ai creditori. Ee se i servizi vengono tolti alla Patrimonio senza trasferire contestualmente anche i lavoratori che vi operano, come potranno poi in un secondo momento essere riassunti?

andrea antonioli“Perché per la Viareggio Porto, le cui concessioni in caso di fallimento sarebbero tornate all’Ente e all’Autorità Portuale, e l’esercizio provvisorio avrebbe garantito la continuità occupazionale e si sarebbe potuto costruire un progetto nuovo con il coinvolgimento della Regione Toscana (come per altro già ipotizzato dalla prima liquidatrice),si è scelto invece il concordato che vedrà la vendita delle sue attività ed il trasferimento delle concessioni al miglior offerente con la privatizzazione di buona parte del porto di Viareggio, mentre per la Viareggio Patrimoni anziché scegliere di ristrutturarla e di garantire beni servizi e lavoratori si sceglie il fallimento con tutti i rischi che questo comporta? Certo è che entrambe le soluzioni, seppur diverse portano alla svendita di beni fondamentali della città.

“Se questa era la volontà di Del Ghingaro che sicuramente grazie alle sue competenze e conoscenze aveva già letto prima di candidarsi a sindaco le relazioni del Mef e dei sindaci revisori (che già delineavano in modo chiaro la situazione del comune e delle partecipate), perché non lo ha detto subito in campagna elettorale presentandosi invece come quello che avrebbe risolto tutti i problemi? E’ vero che la colpa di questa situazione è delle amministrazioni precedenti, che pure cercano di scaricare una sull’altra le responsabilità, ma questo non giustifica una scelta così grave ed avventata come quella che l’amministrazione comunale chiede di ratificare al consiglio comunale”.

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ultimo aggiornamento: 13-09-2015


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