CAMAIORE. Mesi di attese e di annunci. E ora si riparte da capo. Fumata nera per l’impianto di ionizzazione, l’innovativo impianto che avrebbe dovuto eliminare drasticamente l’inquinamento alla Fossa dell’Abate e quindi in mare al confine tra Viareggio e Camaiore. La balneazione nella zona, che avrebbe dovuto essere sistemata con questo impianto, è di nuovo a rischio.

“Dopo aver ponderato con attenzione la situazione si è deciso di chiudere i rapporti con la Lwt Gmbh Disinfection Technologies, ditta proprietaria del brevetto per gli impianti di ionizzazione. Le scadenze che avevamo fissato e rispettato come Comune capofila, su impegni economici e progettazione, sono state puntualmente disattese dall’azienda e con senso di responsabilità abbiamo deciso di dare una svolta sposando un’altra soluzione proposta dall’Università”. Lo comunica il Comune di Camaiore in una nota stampa.

“I risultati positivi pubblicamente promessi da Lwt al convegno sulla balneazione rimarranno carta morta. Dopo quasi un anno di attesa la firma del contratto era ancora una chimera nonostante l’azienda avesse accettato sin da subito il procedurale regionale per la stipula. Da ultimo hanno accampato problemi per la presentazione delle fidejussioni bancarie, nonostante uno sforzo immane da parte nostra di semplificare qualsiasi cosa e sburocratizzare ogni passaggio per favorire la realizzazione dell’opera, attendendosi rigorosamente alla normativa vigente. Ci era stata promessa l’installazione di tre impianti in contemporanea, poi ridotti a due e infine a uno con sperimentazioni che si allungavano ben oltre l’estate, spingendosi addirittura a fine 2017. Una prospettiva inaccettabile per l’urgenza che la Versilia ha di risolvere questo problema dopo oltre quarant’anni di attesa. Questo è il quadro in cui si inserisce la decisione di far calare il sipario sullo ionizzatore, forti della convinzione di aver fatto tutto quanto nelle nostre possibilità, senza spendere un euro oltre a quelli necessari alla progettazione e al rilievo dei luoghi. In tutto questo va sottolineato che nessun pagamento anticipato è stato fatto all’azienda tedesca”.

“Abbiamo ufficialmente comunicato alla ditta e agli enti interessati la decisione già prima di Pasqua riservando alla valutazione dell’Avvocatura comunale un’eventuale richiesta risarcitoria per responsabilità precontrattuale ai sensi dell’articolo 1337 e seguenti del Codici civile.

“Bisogna chiarire fermamente che non si tratta di una questione politica bensì di una meramente tecnica; non dobbiamo quindi fare l’errore di gettare il bambino con l’acqua sporca: il cambio di piano non implica il ripartire da zero, ma solo perdere il mese di aprile prima di procedere con il nuovo progetto. Infatti già da una decina di giorni siamo a lavoro per la soluzione B indicata dall’Università, con Regione Toscana e gli altri enti. E va ricordato che solidale alla costruzione di questo sistema continua il nostro lavoro di collaborazione e controllo su Gaia per gli investimenti sulla rete fognaria e sui depuratori, altro nodo che va celermente risolto”.

“Venerdì incontreremo la Regione per ultimare i dettagli di questo cambio di strategia, ma stiamo già lavorando a pieno regime per non perdere neppure un secondo: i nostri tecnici stanno ultimando la nuova progettazione. Sappiamo che su questo progetto c’è l’attenzione delle categorie e degli operatori economici, e ne capiamo le ragioni; ma siamo convinti che sarebbe stato sconsiderato insistere con Lwt, allungando all’infinito i tempi di consegna e aumentando il grado di incertezza sulla risoluzione del problema balneazione. Non ci sono terze strade al momento se non ipotecando l’intera estate e forse di più perché in quel caso dovremmo ricominciare veramente da capo. D’altronde l’Università ha dato indicazioni scientifiche chiare e a quelle non possiamo che attenerci”.

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ultimo aggiornamento: 30-03-2016


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