Quando le esperienze si definiscono “brevi ma intense” c’è sempre un sapore duplice: quello dolce, per l’intensità, e quello amaro, per la brevità. Gli AIR in concerto sono stati brevi ma intensi.

Sedotti e abbandonati, gli spettatori, dalle languide note elettroniche del duo di Versailles, alfiere dell’elettronica easy e sognante di fine Novanta-anni Duemila.

Spaziali, rarefatti, sognanti, energicamente pop.

 Sexy Boys
foto Giacomo Lucarini

A Prato, in piazza Duomo, la gente arriva tardi. Il maltempo ha fato paura per tutto il pomeriggio, la pioggia (breve ma intensa) ha forse scoraggiato qualcuno.

Un cielo rosso da schiaffare su Instagram incornicia la sera dall’aria frizzante che ci introduce al concerto degli AIR.

Luci, sintetizzatori, azione: il duo che ha portato il french touch nell’elettronica procede per grandi classici e qualche sorpresa, tra Kelly Watch the Stars, Remember, Venus, Cherry Blossom Girl e Sexy Boy.

air
foto Giacomo Lucarini

E se a tratti appare un po’ grottesco vedere questi romantici quasi-cinquantenni cantare con vocine filtrate dal vocoder, dall’altra parte il senso di straniamento è perfetta smaterializzazione del reale in questi (nuovi) tempi dove l’apparenza è più che mai ingannevole e il futuro proiettato verso il passato.

Dopo poco più di un’ora i brividi sono per l’emozione e per il freddo, qualche sigaretta suggella il post-rapporto col palco, il vento sferza i nostri visi e le orecchie ronzano.

air
foto Giacomo Lucarini

Breve ma intenso, insomma.

PS. Degni di nota i bravissimi Public Service Broadcasting, gruppo di apertura, che uniscono la storia della tecnologia e del progresso (in video) a colonne sonore immaginarie per il film del nostro grande futuro che abbiamo alle spalle.

air
foto Giacomo Lucarini
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ultimo aggiornamento: 09-09-2016


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