“Ci sono giorni che fanno la storia del nostro Paese: oggi è senz’altro uno di quelli. La sentenza del processo Viareggio, che arriva dopo anni di attesa, di carte, di udienze, mette un punto fermo ad una vicenda che ha sconvolto nel profondo la nostra città.

Una sentenza chiara che commina condanne e che, finalmente, delimita i confini delle responsabilità. Per Viareggio, da oggi, si chiude una stagione drammatica, si rimargina una ferita. Che non significa dimenticare: la cicatrice resterà sempre a testimonianza di quanto accaduto.

E questo è solo il primo passo, ma un passo molto importante che ipoteca il futuro cammino processuale: io credo che la procura e gli avvocati abbiano fatto un gran lavoro.

Lo stesso lavoro che hanno fatto i familiari delle vittime che non hanno mai smesso di chiedere verità e giustizia non solo per i loro cari, ma per tutta la città.

Perché l’Italia è il paese delle stragi impunite ma, da oggi, Viareggio non è una di quelle.
La loro passione ha aperto una porta sulla giustizia. E per questo io non posso che ringraziarli”.

Lo scrive il sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro.

Gli fa eco la senatrice PD Manuela Granaiola:

“Le condanne a 7 anni di Mauro Moretti e 5 anni per Michele Elia, rispettivamente ad di FS e RFI, non possono essere considerate soddisfacenti rispetto alle accuse che andavano dal disastro ferroviario, all’omicidio colposo plurimo, dall’incendio alle lesioni colpose. Tuttavia ci troviamo di fronte ad un cambio di passo nella gestione della giustizia nel nostro paese. Questo processo, infatti, a differenza di molte altre drammatiche vicende che hanno macchiato l’Italia (per tutte ricordo quella del Moby Prince, 139 morti e nessun colpevole) si è concluso con l’individuazione di cause e responsabilità ben precise. Di certo le pene non saranno di grande conforto per i familiari delle vittime. La pena inflitta all’ing. Moretti è purtroppo molto più lieve di quella richiesta dall’accusa, bisognerà comprendere bene le ragioni e le valutazioni che hanno portato i giudici a questa determinazione così come alle altre pene minori ed alle tante assoluzioni. Non si tratta di invocare vendette, ma semplicemente di chiedere una giustizia adeguata alla gravità dei fatti (che certo non furono uno “spiacevole incidente”). Questo è il processo di primo grado, di sicuro prima di giungere alla sentenza definitiva ne seguiranno altri. Tuttavia, per la gravità dei fatti e per l’esito di questo primo grado di giudizio credo che l’Ing Moretti debba essere allontanato da tutte le cariche pubbliche che ancora ed incomprensibilmente continua a ricoprire; anzi credo che per decenza dovrebbe essere lui stesso a consegnare le dimissioni da tutti gli incarichi pubblici che ricopre a partire da quelle di Finmeccanica. Auspico anche l’immediato ritiro di quel cavalierato così inopportunamente concesso dall’ex Presidente Napolitano.”

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