Milano, agli albori del secondo millennio. Ernesto, cinquantenne disoccupato, dopo essersi intrattenuto con un gigolò, trova la moglie senza vita nell’appartamento che condividono. La morte improvvisa e tragica della consorte avvia in Ernesto un complesso percorso tra elaborazione del lutto, conti con se stesso da affrontare e ricordi-rimorsi che riaffiorano. Agata, una moglie lavoratrice che lo riportava coi suoi rimproveri alla realtà, ignorava totalmente l’altra parte della vita del marito, scandita da incontri sessuali occasionali a pagamento con altri uomini. Tuttavia non è solo questa la vita sconosciuta che Agata ha ignorato lungo l’esistenza insieme: nel procedere del dramma interiore che turba il protagonista affiorano gli anni settanta, le contestazioni operaie, la lotta armata e un tradimento umano e politico di cui Ernesto non riuscirà mai a fare pace con se stesso.

Dentello descrive con efficace realismo tutte le pulsioni e le difficoltà che il protagonista fronteggia dalla morte di Agata in poi in passaggi coinvolgenti talvolta crudeli, come lo è la solitudine. Le sue descrizioni, fisiche e psicologiche, sono spietate, riportano la realtà e le emozioni che si innescano senza alcuna edulcorazione. Lo stile è originale, la lettura scorrevole e spesso spiazzante. Geniale è l’idea di focalizzare l’attenzione, attraverso i tormenti di Ernesto, sulle ferite probabilmente mai guarite della nostra storia: le ferite in parte rimaste in sospeso degli anni di piombo, quelle dei primi anni duemila, la trasformazione dei rapporti personali e del rapporto col proprio sé. In Agata è predominante la rabbia per non aver assistito al compimento di quella rivoluzione politica perseguita con la lotta armata, una lotta che sul viverla apparirà a Ernesto in tutte le sue contraddizioni e incoerenze.

Ho trovato questo romanzo forte e al tempo stesso efficace, capace di smuovere nel lettore sentimenti ambivalenti nei confronti del protagonista messo totalmente e irrimediabilmente a nudo nella sua intimità più inconfessata e scabrosa. Soprattutto ho amato il modo in cui l’autore riesce a condurci da una storia personale e intima alla storia passata e recente dalla lotta armata all’inizio della crisi economica, lasciando al centro un’umanità sopravvissuta e devastata.

L’autore – Crocifisso Dentello

Crocifisso Dentello, "La vita sconosciuta"

Crocifisso Dentello (Desio, 1978) ha esordito nel 2015 con “Finchè dura la colpa” (Gaffi). I suoi romanzi sono accolti con grande calore da pubblico e critica.

 

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