Controllo caldaie: Nuovo catasto regionale, corsi di formazione per aziende

In estrema sintesi, le imprese che si occupano della manutenzione degli impianti termici di casa decidono modi e tempi dei controlli, effettuano le pratiche burocratiche verso gli organi controllori e ai cittadini rimane il compito di verificare che il tutto sia fatto nei termini di legge.
Anche perché è il cittadino che rimane il responsabile del proprio impianto nei confronti degli enti preposti alla sorveglianza della correttezza della manutenzione delle caldaie.
La costituzione del nuovo catasto regionale ha modificato le procedure che disciplinano il nostro rapporto con gli impianti che garantiscono il caldo durante l’inverno ed il fresco in estate, sollevando il cittadino da alcuni impegni che vengono, invece, consegnati alle aziende che lavorano nella manutenzione.
Che in questi mesi si stanno formando per imparare il nuovo applicativo comune in tutta la regione (il CIT, catasto impianti termici) e l’iter da seguire per l’invio di bollini ed inserimento dati.

“L’attivazione del catasto regionale è un aspetto positivo – dice Primo Riscossa, direttore della Sevas, la
società pubblica preposta ai controlli – perché uniforma tutto il territorio regionale, con le stesse modalità di controllo. Il bollino rimane da inviare ogni due anni, ma a tutto pensa il manutentore che inserisce i dati e invia i controlli agli enti di verifica. I quali sono tenuti anche agli accertamenti documentali (se ci sono tutti i certificati in regola, ndr)”.
“Il cittadino deve però verificare che il lavoro sia svolto nei termini di legge – continua Riscossa – perché per noi è comunque lui il responsabile per eventuali difformità. Potrà comunque vedere quanto è stato fatto direttamente on line”.

A fronte della positiva uniformità delle procedure, le imprese manifestano decisa preoccupazione, visto che le procedure burocratiche impongono nuove competenze e maggiore lavoro.
Francesco Belluomini, presidente di Cna istallazione impianti ha espresso la delicatezza del momento per le aziende che operano in questo settore, apprezzando l’assicurazione della Regione ad effettuare una
transizione che preveda la coesistenza dei vari catasti provinciale fino all’avvenuta formazione dei
manutentori.

“La Regione ha condiviso la richiesta di Cna – conferma Belluomini – di prevedere dei centri di assistenza tecnico nelle sedi delle associazioni di categoria, la possibilità di sostenere gli interventi di messa in sicurezza degli impianti termici non conformi là dove siano accertate condizioni economiche di difficoltà dell’utente, la creazione di strumenti finanziari per sostenere il rinnovo degli impianti termici in Toscana.
I manutentori svolgono in questa fase un ruolo essenziale e Cna si è impegnata a dare il proprio contributo.
Per questo in provincia di Lucca si stanno svolgendo otto corsi che coinvolgono più di ottanta installatori per l’illustrazione del nuovo software”.

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