“A Firenze la vertenza Nexive (azienda che lavora nel campo dei recapiti postali, circa 140 dipendenti) questa volta, per la prima volta, avrà un percorso diverso dai momenti critici attraversati in passato. La Società lo scorso 31 gennaio ha aperto la procedura prevista dalla L 223/91 indicando 9 esuberi di cui aveva già deciso il licenziamento fin dal primo momento, ignorando completamente che dall’organico minimo e necessario a garantire la normale attività produttiva: mancano 5 unità in diverse funzioni e che due unità matureranno a breve i requisiti per il pensionamento e, infine che un altro paio di persone hanno rassegnato dimissioni recentemente, anche dopo l’avvio della procedura dei licenziamenti aziendali. La Nexive SpA, che ha davvero difficoltà in un settore – quello del recapito postale – in crisi profonda, non ha voluto considerare i dati di fatto oggettivi, scegliendo di interpretare le norme nell’unica direzione dei licenziamenti, sia nella fase di confronto sindacale conclusa lo scorso 23 febbraio 2017, che nella giornata di venerdì 9 marzo, ultimando la procedura in sede istituzionale: non un disguido ma una scelta precisa che vale come messaggio anche per chi questa volta non sarà destinatario della lettera. Che ora arriverà, secondo premurosa fretta aziendale – “altro che 120 giorni!”: – NOVE lettere di licenziamento con cui arriverà anche la mobilitazione sindacale. Per questo è previsto uno sciopero (proclamato dai sindacati confederali) il prossimo 19 marzo con Presidio sotto la Prefettura di Firenze in via Cavour dalle 10 alle 12. La città di Firenze non può continuare a sopportare licenziamenti. Parallelamente lavoratrici e lavoratori valuteranno, con il supporto delle Organizzazioni Sindacali, se ci sono i presupposti per una tutela individuale sul piano giuridico legale”.

 Lo scrive Giuseppe Luongo, Segretario SLC CGIL Area Vasta FI PO PT. “Il Sindacato non ha avallato una definizione concordata dei criteri che l’Azienda richiedeva per licenziare, per cui la Società se ne assume la piena e totale responsabilità. In questo specifico caso, all’uso spregiudicato della procedura della L. 223/91, si è sovrapposta quella della L 146 e successive modifiche sulla Regolamentazione del Diritto di Sciopero, invocata in modo del tutto strumentale, per cui SLC CGIL non ha sottoscritto nemmeno il Verbale di mancato accordo in sede istituzionale. La Società ha gestito quest’ultima fase dell’esame congiunto presso la Regione Toscana come un fastidio per ultimare “una sceneggiata formale” necessaria per licenziare, e non come un vero confronto negoziale. Non è il Sindacato ad inchiodare lavoratrici e lavoratori sulla croce di un licenziamento”.

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