“Al rogo gay e negri”. Ma anche rumeni e rom. Poi svastiche e “W Salvini”.

Viareggio, questa mattina, si è risvegliata cosi: con murales sparsi per la città, alcuni nella zona della stazione vecchia, a due passi da dove, proprio oggi, 9 anni fa, esplose la cisterna di gpl del treno deragliato,  fatti, nottetempo, da ignoti.

La scoperta alle prime luci dell’alba, nel giorno della strage di Viareggio, con 32 morti, sia italiani che stranieri: tra tutti ricordiamo i due piccoli figli di Marco Piagentini, Lorenzo, 2 anni, e Luca, 4 e mezzo, Hamza Ayad, 16enne del Marocco, morto per cercare di salvare la sorellina Iman di 4 anni. Una tragedia, quella del 29 giugno, che ha colpito la comunità viareggina, fatta di origini geografiche e di colori di pelle diversi. Per questo, proprio oggi, quelle scritte fanno ancora più male.

Il personale del Commissariato di Polizia di Viareggio, diretto dal dottor Marco Mariconda, già informato dei fatti cosi come la Digos di Lucca, intervenuto sul posto con anche la Scientifica, sta svolgendo le dovute indagini per risalire agli autori delle scritte omofobe e razziste. Al vaglio degli inquirenti le telecamere della zona.

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