La cancellazione dei mercati settimanali di da parte di alcune amministrazioni comunali versiliesi danneggia una economia già sull’orlo del baratro. Tra l’altro senza nessun supporto normativo, visto che il decreto varato dal presidente del consiglio Conte per arginare il contagio da Coronavirus non parla di chiudere i mercati ambulanti, ma solo di raccomandazioni da seguire per il rispetto della distanza interpersonale”. Il sindacato ambulanti Anva di Confesercenti Toscana Nord, con il suo responsabile Claudio Del Sarto, interviene sulle ordinanza che i Comuni di Viareggio, Camaiore e Forte dei Marmi hanno firmato per annullare i mercati settimanali. “Stiamo vivendo una emergenza che non ha precedenti – insiste Del Sarto – in cui è necessario agire con responsabilità senza isterismi mettendo al centro prima di tutto la salute. Tutto questo però nel rispetto delle direttive del governo centrale che si è mosso con l’ultimo decreto proprio per dettare una linea comune su tutto il territorio italiano. In particolare l’articolo 2 lettera f parla di “raccomandazione” agli esercenti per garantire l’adozione di misure per regolare gli afflussi permettendo così il rispetto della distanza interpersonale. Nelle ordinanze dei sindaci della Versilia – dice ancora il responsabile Anva Toscana Nord – viene dato per scontata l’impossibilità di adottare queste misure ritenendo quindi necessaria l’annullamento dei mercati stessi. Diamo atto al Comune di Massarosa di avere invece interpretato correttamente il decreto consentendo il regolare svolgimento del mercato. Tra l’altro nei giorni scorsi il prefetto di Lucca aveva fatto presente come non possano essere adottate e risultano inefficaci ordinanze sindacali con tangibili ed urgenti dirette a fronteggiare l’emergenza in contrasto con le misure statali”. Secondo Anva con questa azione si “colpisce l’anello più debole, quello verso il quale non ci sono timori di rimostranze e quindi gli ambulanti. Che senso ha chiudere un mercato all’aperto e fare finta di niente, ad esempio, sui centri commerciali della grande distribuzione? Forse gli ambulanti sono commercianti di serie B o addirittura di serie C? Stiamo lottando contro un nemico subdolo come il virus che non colpisce solo la salute, ma sta minando l’economia soprattutto dei piccoli commercianti”. Del Sarto conclude facendo riferimento ad un documento che Anci Toscana ha stilato proprio su sollecitazione dei sindacati di categoria. “Anci è stato chiarissimo affermando che “i mercati rionali e settimanali, possono svolgersi, previa adozione di misure e comportamenti che evitino sovraffollamenti; soprattutto per i settimanali consigliamo un’azione di controllo da parte della PM ed il coinvolgimento degli operatori e delle loro associazioni”. Perdere due settimane di mercati per un operatore vuol dire chiudere, e licenziare l’eventuale dipendente. Ci auguriamo che i sindaci comprendano la situazione ed affrontino con noi la questione in modo da rivedere l’ordinanza”.

Dai Comuni vorremmo sostegno – conclude Roberto Luppichini – e non certo una mazzata come quella caduta sulla testa degli ambulanti di Pomarance”. Ferma anche la posizione del presidente nazionale del sindacato Anva Maurizio Innocenti: “No a fughe in avanti da parte delle amministrazioni comunali. Se le cose non cambieranno, bisogna attenersi agli atti ufficiali della presidenza del Consiglio che non mettono divieti per i mercati ambulanti. Quei sindaci o quei funzionari che in autonomia prendono decisioni diverse si assumeranno la responsabilità di questi atti”. La conclusione del coordinatore Valdicecina Claudio Del Sarto anche nel suo ruolo di responsabile Anva Toscana Nord: “Ci siamo immediatamente attivati con il Comune per fare presente che l’atto dell’annullamento è stato intempestivo. E poi per chiedere come sorta di risarcimento a questa giornata di lavoro persa per gli operatori, uno sconto sulla tassa del suolo pubblico”.

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