Dimmi di te (C. Gamberale, Einaudi, 2024)

Il libro

«E tu? Tu come hai fatto? A tenere insieme quello che ti fa splendere e quello che ti consuma, a scegliere, a puntare tutto su un solo momento, su quell’incontro? Come fai, giorno dopo giorno dopo giorno, a rimanere fedele alla tua scelta, a lasciare un po’ di spazio per lo sperpero senza però permettergli di svuotare tutto di significato? Dove la metti la rabbia che avevi, dove le metti le voglie, come lo nascondi il terrore di invecchiare e la preghiera che, se deve succedere, che succeda subito, senza obbligarti prima a prendere delle decisioni? Dimmi di te».

In questo passaggio tratto da “Dimmi di te”, ultimo romanzo di Chiara Gamberale, si racchiude tutto il filo rosso delle vicende narrate. Arriva un momento in cui nella vita si pone la necessità di fare pace non solo con il proprio passato, ma anche con ciò che siamo stati e, soprattutto, con ciò che ci aspettavamo di diventare.

Per la protagonista della storia che si  chiama Chiara come l’autrice, succede quando, già quarantenne, affermata nel lavoro e madre di una bambina, a seguito di un trasloco si interroga su tutto ciò. Trasferita in un quartiere borghese scandito dalla vita ordinaria, Chiara fa fatica ad adattarsi alla nuova vita, alle regole imposte, alla convivenza con altri genitori e nuove realtà con cui viene in contatto. L’adolescente che era reclama una vita ancora esuberante, pura, istintiva e, pertanto, il passato e il presente si scontrano e si intrecciano. Così la protagonista attraversa una crisi, metaforicamente una “palude” in cui lavorare, relazionarsi, pensare il futuro diventano cose complicate. Incontra allora persone della sua prima giovinezza: compagni di scuola, amori, in equilibrio precario tra i sogni che eravamo e ciò che siamo diventati. Fino a trovare la strada che, forse, può portare dalla palude al mare.

Note al margine

Gamberale sa, con la sua capacità narrativa, rendere le sue vicissitudini uno specchio per tanti lettori, facendo delle inquietudini personali un paradigma più esteso. L’immaturità che protagonista riconosce all’inizio del libro diviene il movente per scavare negli altri e quindi in se stessa. Le interviste che sottopone ai vari personaggi provenienti dal suo passato adolescenziale sono salvifiche e fanno in modo di poter cercare un equilibrio con l’adultità. In tutta la fretta egoica e l’approssimazione autoreferenziale dei nostri tempi, la domanda “tu come stai?” diventa il punto di svolta. Un libro sullo scorrere del tempo che invita a pensare bene come e cosa scegliere nella vita, giorno per giorno.

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La Malacarne (recensione libro)