SERAVEZZA. Alla Fillea Cgil piace le proposte del sindaco Ettore Neri e discusse nel “Tavolo del marmo”. Nel documento è stato stabilito che il 30% di blocchi estratti nella zona dovrà essere semi lavorata sul territorio. Un buon inizio secondo il sindacato, “anche se si potrebbe fare di più”, l’idea infatti è quella di lavorare una percentuale maggiore: il 50%, in modo da creare più posti di lavoro nel territorio. Lavorare il marmo nella zona, infatti, spingerebbe quelle cave che vendono interamente il blocco all’estero a cercare collaborazione industriale tra le aziende artigiane o addette alla trasformazione del marmo.

Secondo la Cgil il documento dovrebbe essere integrato con almeno altre due iniziative. Primo fra tutti: la creazione di un marchio locale che certifichi e tracci la provenienza e la lavorazione locale del marmo. Un modo per valorizzare  e proteggere un prodotto esclusivo della Versilia. Infine, Fillea vuole “integrare nell’ elenco dei soggetti a cui questa modifica di legge deve dare risposte con i lavoratori disoccupati del territorio che hanno visto chiudere le loro aziende di trasformazione e vedono passare dalle loro finestre di casa blocchi di marmo destinati a essere venduti all’estero senza essere trasformati”.

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ultimo aggiornamento: 05-02-2013


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