PIETRASANTA. Ecco i 5 finalisti del 57° Premio Carducci: sono Valentino Ronchi, Marilena Renda, Mariadonata Villa, Stefano Sanchini e Lorenzo Chiuchiù.

Sono giovani, giovanissimi come prevede la nuova formula del premio che porta alla ribalta i talenti della poesia che non abbiano ancora compiuto i quarant’anni di età. Tra i versi dei 62 partecipanti al concorso, i loro sono quelli che  hanno davvero entusiasmato la giuria composta da Alberto Casadei, Giuseppe Cordoni, Alba Donati, Roberto Galaverni e presieduta da Alberto Bellocchio.

Sabato 13 luglio, alle 21.15, si terrà nel cortile del chiostro di San’Agostino, una suggestiva serata di poesia nella quale i cinque giovani finalisti presenteranno la loro opera con letture.

Valentino Ronchi, nato a Milano nel 1976, a proposito della sua esperienza poetica e della sua opera ci ha detto: “Nella mia poesia convivono pacificamente autobiografia e invenzione. L’invenzione – la fantasia – aiuta l’autobiografia a non essere soltanto ciò che è, eppure in qualche modo a rimanerlo, sotto nuove e appena mentite spoglie. Solo così raffinata e reinventata, eppure ancora profondamente sentita, mi pare sia giusto che la mia esperienza arrivi al lettore.

A proposito d’invenzione, in Anna e Mélanie, quasi tutte le poesie sono declinate al femminile, dando voce alternatamente ad Anna e Mélanie. Tra i miei riferimenti, una parte della filosofia francese del Novecento, oltre al romanzo e al film, intesi tanto come opere singole quanto come forme e tecniche espressive che utilizzo in fase creativa”.

Marilena Renda, nata ad Erice nel 1976, così commenta: “Ruggine è un testo che esplora la ferita inferta dal terremoto del ’68 ai paesi del Belìce, in Sicilia; un racconto corale che tenta di districare i nodi della nostalgia, dell’impossibile ricostruzione dell’io-terra dopo il trauma della crepa, di una “ruggine” insieme reale e metaforica destinata a depositarsi sulle rovine del moderno ma specialmente nella relazione conflittuale con le proprie radici”.

Mariadonata Villa, nata a Modena nel 1977, intervistata sulla sua esperienza poetica ci dice: “La poesia è un modo di stare al mondo, ma soprattutto di guardare il mondo, alla ricerca del luogo remoto da cui tutto trae la propria consistenza, tra le pieghe dei giorni feriali, in un viaggio continuo di persone e di cose e di raccontare quello che si scopre nel viaggio, andando”.

Stefano Sanchini, nato a Pesaro nel 1976, della poesia ci dice: “La poesia è una chiamata, della quale bisogna prendersi cura, una beatitudine dopo una lunga attesa, è l’ indagine infinita sulla vita e allo stesso modo il luogo in cui si sonda il linguaggio, che è il mezzo stesso di questa ricerca, la coincidenza, il segno, un’ oralità meditata in cerca dell’ origine”.

Chiude la presentazione Lorenzo Chiuchiù, nato a Perugia nel 1973: “La poesia è per me decisiva, è legata al senso della mia vita. Nella poesia che amo c’è qualcosa di perentorio, illuminato e pericoloso, ci sono versi che costringono a una verità indubitabile e a una specie di attraversamento. A lei va affidato il compito di rivelare chi siamo veramente”.

Il vincitore assoluto tra i cinque finalisti sarà reso noto nella cerimonia di premiazione che si terrà il 27 luglio, al Caffè della Versiliana, alle 17.

L’ingresso è libero.

 

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ultimo aggiornamento: 11-07-2013


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