Appuntamento numero 17 con DA UOMO A UOMO, la rubrica di Versiliatoday dedicata alla sessuologia, all’andrologia e all’urologia, curata dal dottor Luca Lunardini. Oggi ci parla di idrocele

Se un “gioiello di famiglia” si gonfia..: l’IDROCELE

 

Può capitare, un giorno, magari facendosi la doccia o guardandosi allo specchio, di scoprire, con sgomento, che una delle due parti del proprio scroto (il sacchetto che raccoglie i testicoli) è divenuto assai più voluminoso dell’altra metà.

E’ il panico!

La mente corre immediatamente a vicende luttuose dove la parola innominabile (cancro!) la fa da padrona e dove immagini di sale operatorie, bisturi e.. “Voci Bianche” si rincorrono impazzite.

Certo è cosa prudente rivolgersi al Medico, all’Urologo, che farà quella che in gergo scientifico si chiama diagnosi differenziale, e che poi semplicemente significa capire quale sia la malattia che fa veramente “gonfiare” li sotto.

Ma, fortunatamente nella maggior parte dei casi un aumento di dimensioni di una meta dello scroto, non accompagnato da dolore, è dato da una malattia assolutamente innocua: l’Idrocele.

Molte persone sentono parlare di idrocele non sapendo assolutamente da che parte guardare per individuare il significato del termine, pensando all’ idrocele come un qualcosa di sconosciuto e strano, da trovare magari presente nella stanza in cui si trovano.

In realtà l’Idrocele idrocele è semplicemente un accumulo di liquido attorno al testicolo.

Questo liquido sterile e trasparente si accumula dentro la tunica vaginale (così è chiamata la membrana che avvolge il testicolo). Accade che il liquido, prodotto normalmente per consentire lo scorrimento del testicolo, non riesce ad essere riassorbito e ristagna fra il testicolo e la tunica, provocando un rigonfiamento più o meno grande.

L’idrocele può essere:
– Primario (più frequente): quando non è causato da altre patologie;
– Secondario (molto più raro): quando insorge in concomitanza o successivamente ad altre patologie quali ernia inguinale, infezioni, cancro testicolare.

Circa un maschio su dieci alla nascita presenta un idrocele che tende a sparire spontaneamente durante il primo anno di vita (idrocele comunicante del neonato e del lattante).

L’idrocele in età adulta invece compare generalmente negli uomini sopra i quarant’anni, spesso non è doloroso e non causa particolari problemi.

Solitamente questo rigonfiamento a livello testicolare non interferisce con la funzione sessuale e non causa sterilità.

Tuttavia è sempre opportuno rivolgersi tempestivamente ad un medico quando uno od entrambi i testicoli si gonfiano in maniera anomala. Anche se abbastanza raramente l’idrocele potrebbe infatti comparire come conseguenza di una malattia importante, come un cancro testicolare o una infezione anche grave. Tutte queste malattie necessitano ovviamente di una diagnosi quanto più precoce possibile. Una semplice ecografia scrotale potrà in questi casi diagnosticare la presenza di idrocele ed eventuali complicanze.

Non vi sono trattamenti farmacologici per l’idrocele. Se assume dimensioni importanti (può arrivare 15 cm di diametro: una piccola anguria dentro le mutande!) si rende necessario l’intervento Chirurgico.

La chirurgia è indicata anche nel caso in cui dopo 12-18 mesi dalla nascita l’idrocele non sia ancora stato riassorbito. L’intervento chirurgico può essere svolto in anestesia locale (la preferibile negli adulti), spinale o generale. Esistono diverse tecniche chirurgiche in relazione all’età del paziente, alle caratteristiche dell’idrocele e alla presenza di eventuali complicanze. Si tratta comunque di interventi relativamente semplici che in genere richiedono non più di venti-trenta minuti. La convalescenza, tuttavia, è relativamente lunga (anche una settimana di riposo, comunque domiciliare) perché la parte è, evidentemente, “delicata”. Le complicanze più comuni dell’intervento sono il dolore e l’ematoma locale.

Un idrocele può essere trattato anche aspirando il liquido in eccesso. Questo tipo di intervento è però limitato ai casi in cui l’intervento chirurgico è controindicato. L’aspirazione del liquido favorisce infatti la formazione di un nuovo versamento già dopo 30-60 giorni e può causare infezioni e dolore scrotale.

CONCLUDENDO:

– l’idrocele è generalmente una malattia benigna

– spesso non se ne conosce la causa prima

– frequentemente tende ad aumentare di volume nel tempo

– raramente regredisce nel tempo e la sua risoluzione completa passa solo da un intervento chirurgico

– essendo una patologia che interessa la tonaca che riveste il testicolo e non il testicolo stesso (salvo eccezioni scopribili con l’ecografia) non può determinare sterilità o impotenza.

 

*

Il DR. Luca Lunardini è Medico-Chirurgo, Specialista Urologo con incarico di Alta Specializzazione in Andrologia, è dirigente medico presso la Unità Operativa di Urologia della A.S.L. 12 Versilia.  Il Dr. Lunardini è contattabile per qualsivoglia approfondimento via email al seguente indirizzo: [email protected]

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da uomo a uomo luca lunardini

ultimo aggiornamento: 18-01-2014


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