VIAREGGIO. Valentina Borgna, sanremese, professione tecnico faunistico, si gode lo spettacolo del secondo corso mascherato di Carnevale dalle tribune di Piazza Mazzini seduta a fianco di Egisto Olivi. Non poteva essere altrimenti: il nome di battesimo è lo stesso di suo nonno, che di cognome faceva Malfatti e che nella città del Carnevale è ricordato come uno chansonnier che cantava vizi e virtù dei viareggini.

Valentina è tornata in riva al Tirreno, dove veniva da bambina, in occasione dello spettacolo che ha celebrato il centenario della nascita di nonno Egisto. A invitarla è stato Romano Cima, viareggino trapiantato a Sanremo e papà del cantante carnevalaro Matteo, che l’ha trovata dopo varie ricerche. “Non potete immaginare la sensazione che si prova a vedere le vele delle barche ammucchiate sul canale, o la Cittadella: noi sulla riviera di Ponente non abbiamo nulla di tutto ciò”.

Tutto è rimasto immutato: “Il mondo del Carnevale è qualcosa che ricordi in maniera onirica e che poi tocchi con mano quando torni da adulta. Da piccola andavo spesso a vedere gli hangar, i carri, i bozzetti, pochi giorni fa sono entrata nella Cittadella: lo spirito, l’arte dei costruttori sono rimasti identici a quelli di una volta. Mi riprometto di andare a Torre del Lago la prossima volta: il nonno era molto legato a quella zona”.

Valentina vive a Ospedaletti, vicino Sanremo. Ma Viareggio è radicata nel suo vissuto: “A casa ho un crocifisso realizzato da Inaco Biancalana e libri di Tobino, Viani e, naturalmente, del nonno: li ho sempre portati con me, in uno mi scrisse la dedica ‘Quando un’ombra si avvincerà apri i miei libri e ti darai le risposte’ che si è rivelata veritiera.”

Malfatti ha sempre tessuto le lodi della sua città natale alla nipotina: “Non amava stare a Sanremo, per lui c’era solo Viareggio: il suo era un amore passionale, profondo e viscerale. Sembrava che parlasse di una donna pericolosa da frequentare, perché poi si finisce per innamorarsene e per non volerla più lasciare. Qua ho incontrato tantissimi giovani innamorati della loro Viareggio. E fanno bene: avete degli artisti immensi”.

EGISTO MALFATTIL’emozione più grande, per lei, è stata vedere i carri fuori concorso di Burlamatti e Rione Campo d’Aviazione che omaggiano il nonno (“Ho chiamato subito mio padre per dirglielo, non potevo trattenermi”) e ascoltare le canzoni di Egisto al Rione Marco Polo e al veglione dei Masnada in Darsena: “Si lamentava spesso della scarsa considerazione ricevuta a Viareggio, eppure in queste sere ovunque mi girassi sentivo ‘Le donnine dei tigli’ o il ‘Miriordo’.

“Ho trovato un ambiente splendido: i cantanti del Festival di Burlamacco non sono gelosi tra loro, ho ascoltato canzoni vecchie e nuove in un bellissimo incrocio. Le radici sono importanti e devono essere mantenute, ma tutto si evolve e non bisogna cadere nella trappola del ‘Miriordo’ per rimanere troppo tradizionalisti.”

Egisto Malfatti possibile trait d’union tra Viareggio e Sanremo? “Al di là mio nonno, il legame potrebbe nascere grazie a tantissime figure in comune: penso a Galileo Chini che ha realizzato la vetrata di un teatro in stile liberty a Sanremo, e in pochi lo sanno. Non so quando, ma prima o poi questo incontro avverrà.” Chi di dovere prenda nota, cortesemente.

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