VIAREGGIO. Cellulare e sesso. Puntata numero 39 per DA UOMO A UOMO, la rubrica di Versiliatoday dedicata alla sessuologia, all’andrologia e all’urologia, curata dal dottor Luca Lunardini.

DOTTORE MA SE TENGO IL CELLULARE IN TASCA “MI SI…FRIGGE…?”

Nella puntata scorsa i numerosi e attenti lettori di questa Rubrica hanno letto di come l’inquinamento, nelle sue varie e variate forme, possa danneggiare la fertilità di una persona. Problemi di infertilità che hanno raggiunto percentuali preoccupanti soprattutto nei paesi Occidentali e industrializzati.

Abbiamo, tuttavia, volutamente, ma solo momentaneamente, lasciato da parte lo scottante e attualissimo problema delle onde elettromagnetiche. La sua enorme diffusione (chi non ha con se un cellulare?!) mi ha fatto ritenere opportuno una puntata interamente dedicata alla controversa questione.

Controversa perché controversi sono gli studi statistici ed epidemiologici sul tema. Basterebbe pensare ad una ricerca di alcuni anni fa che suggeriva come potessero bastare 15 minuti di telefonate al giorno per aumentare il rischio di cancro al cervello, ricerca poi sconfessata da altri studi ma che fece arrivare al grande pubblico una problematica ad oggi ancora misconosciuta.

Le micro-onde utilizzate dai telefoni cellulari siano radiazioni elettromagnetiche ad alta frequenza e bassa potenza, in sé non diverse da quelle emesse da altre sorgenti come i dispositivi wireless o le emittenti radiotelevisive. Tuttavia la particolare modalità di esposizione, legata alla vicinanza dell’antenna al nostro corpo, comporta che una frazione rilevante di questa potenza sia assorbita dai tessuti (causandone il riscaldamento e di conseguenza possibili danni indiretti al DNA delle cellule). Questo ha destato grandi preoccupazioni nel campo della salute, e spinto già dal 1996 le autorità sanitarie coordinate dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a istituire programmi di ricerca specifici sugli eventuali effetti pericolosi dell’uso dei cellulari. I due distretti a rischio sono proprio quelli che generalmente si trovano a più stretto contatto con l’antenna dei nostri telefonini: la scatola cranica (quindi il cervello) durante l’utilizzo e la zona pelvica (quindi gli organi riproduttivi) quando il telefono viene tenuto in tasca.

da-uomo-a-uomoA tutt’oggi non esistono dati clinici che evidenzino con definitiva certezza rapporti diretti di causa-effetto tra il normale utilizzo dei telefonini e lo sviluppo di malattie. Tuttavia sono frequenti i singoli Studi che con ricorrenza riportano il tema all’attenzione pubblica. Stavolta sono i ricercatori canadesi della Queen University ha mettere sull’avviso tutti i maschi che ci tengono alla loro capacità di fecondare e divenire padri. Secondo questo studio l’uso del telefono cellulare può determinare a una bassa qualità dello sperma in termini di motilità e concentrazione, riducendo così le probabilità di fertilità fino al 30%…

Tra l’altro non ci sarebbe bisogno di telefonare per avere danni, perché il problema si avrebbe anche quando il cellulare è tenuto in tasca, in standby. In effetti, anche quando il cellulare è acceso nella normale modalità di ricezione esso resta attivo e continua ad emettere micro-onde (seppur in quantità molto minore rispetto a quelle impiegate per telefonare) per ricercare, ad esempio, nuovi collegamenti ai ponti radio.

E se tutto questo vale per i maschietti anche le femminucce non dovrebbero dormire del tutto tranquille. Anche nella donna esiste, infatti, l’ipotesi che un’esposizione intensa alle radiazioni dei cellulari causi, nell’ovaio, una riduzione del numero degli ovociti e della loro capacità di dare vita a embrioni sani. Tuttavia queste osservazioni derivano perlopiù da studi su animali, e non hanno ancora trovato le conferme necessarie per poterne trarre conclusioni.

 

Pertanto, sulla base delle evidenze scientifiche, ad oggi l’OMS ha elaborato solamente alcune raccomandazioni prudenziali, pensate per ridurre la dose di assorbimento. Tra queste, cercare di tenere il cellulare a distanza di 30-40 cm dal corpo e di utilizzarlo dove la ricezione è migliore (perché questo permette al telefono di trasmettere a potenze minori). Il consiglio degli scienziati è che gli uomini dovrebbero evitare di portare il cellulare in quelle custodie che si attaccano alla cintura o di riporlo nelle tasche dei pantaloni o giacca che sono vicine ai genitali. L’ideale sarebbe riporlo in una borsa o valigetta, possibilmente lontano da un contatto fisico e spegnerlo durante le ore notturne. Secondo alcuni studi, anche alcune ore al giorno, per esempio quelle notturne, del tutto prive di esposizione potrebbero essere consigliate, per permettere alle nostre cellule di riparare eventuali danni al DNA.

Certo che sarebbe davvero opportuno, per non dire indispensabile, che la Scienza, quella con la S maiuscola, facesse chiarezza, una volta per tutte, sulla sicura esistenza o meno di danni dovuti all’uso del cellulare, dato che gli studi in questo campo spesso si contraddicono l’un l’altro. Basterebbe, in tal senso, menzionare come la stessa ricerca canadese, che descrive una ridotta fertilità dopo esposizione al cellulare, descriva anche addirittura un aumento del livello di testosterone circolante dopo la medesima esposizione(!). Un aumento con conseguenze ancora da valutarsi ma che, qualora confermato, potrebbe tradursi (il testosterone è l’ormone del desiderio sessuale) in un aumento della libido nell’utilizzatore\utilizzatrice seriale del telefonino! Come dire: cellulare=afrodisiaco!

Nel frattempo, comunque, un po’ di buon senso non guasta perché comunque la si metta sappiamo che l’esposizione alle onde radio non è proprio tutta salute!

 

 

La frase del giorno:

“…I cellulari sono l’unica cosa che gli uomini sono fieri d’avere piccolo…” Luciana Littizzetto

 

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Il DR. Luca Lunardini è Medico-Chirurgo, Specialista Urologo con incarico di Alta Specializzazione in Andrologia, è dirigente medico presso la Unità Operativa di Urologia della A.S.L. 12 Versilia.

Membro della società italiana degli Urologi Ospedalieri e della Società Italana di Andrologia, ha fatto parte della Commissione Oncologica Nazionale del Ministero della Salute ed è stato Presidente della Sezione Provinciale di Lucca della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori.

Il Dr. Lunardini è contattabile per qualsivoglia approfondimento via email al seguente indirizzo: [email protected]

 

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ultimo aggiornamento: 31-05-2014


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