VIAREGGIO. Fa discutere la decisione del sindaco Giorgio Del Ghingaro di nominare tra i suoi consiglieri di maggioranza dei “sovrintendenti”.

Alessandro Santini, Forza Italia, si scaglia a tutta forza contro questa scelta: “Lo statuto comunale di Viareggio non prevede la figura del consigliere sovrintendente che, quindi, a norma di legge vigente non esiste”, scrive in un comunicato. “La sua istituzione con ‘atto d’imperio’ da parte del sindaco Giorgio Del Ghingaro è l’ennesima dimostrazione di quanto bassa sia la sua considerazione per il consiglio comunale e i suoi componenti, l’organo democratico per eccellenza di un ente municipale che, invece, il sindaco usa per tentare di pagare le sue ‘cambiali’ in modo assai maldestro e sperare, così, di tenere unita la sua variopinta maggioranza.”

“L’articolo 15, comma 10 del nostro statuto prevede che il sindaco possa nominare uno o più consiglieri coadiutori (non sovrintendenti) con funzioni di indirizzo e di coordinamento su particolari materie, senza poteri di firma ma con la “missione” di consigliare e collaborare con il primo cittadino. Fate bene attenzione: non è una semplice questione di sinonimi ma di competenze amministrative sostanziali.”

“Il consigliere delegato, quello che fu istituito a Camaiore, ha una delega e quindi poteri ‘veri’, equiparabili a quelli di un assessore; il consigliere coadiutore no. E meno che mai l’inesistente consigliere sovrintendente, un’etichetta vuota che mostra una volta di più quanto al nostro sindaco interessi più la forma della sostanza, più l’apparenza della verità.”

Prosegue Santini: “Ma poi parliamoci chiaro: ce lo vedete Del Ghingaro che si fa consigliare? Uno che ha imbavagliato assessori e consiglieri comunali? Uno che banna dai social network chiunque osi contraddirlo o avanzare richieste scomode? Uno che liquida come ‘pollaio’ il legittimo discutere dei suoi cittadini sulla quotidianità che loro (non lui, residente a Lucca) vivono?”

“Certo, ‘consigliere sovrintendente’ sembra una cosa importante: peccato che questa ‘onorificenza’ non esista: è per questo motivo che io non la riconosco né riconosco come depositari di funzioni amministrative i consiglieri che Re Giorgio ha voluto coinvolgere in questa ridicola sceneggiata. Consiglieri per i quali, voglio che sia chiaro, il mio rispetto (per il ruolo e le persone) è sempre stato massimo e lo è tuttora.”

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