Padri e figli, destini che si rincorrono tra delusioni e passioni, ossia la Turchia di oggi.

È stato il teatro a insegnarmi che le circostanze della vita che noi chiamiamo coincidenze, in realtà hanno un senso”

Nell’ultima opera del nobel Pamuk il protagonista è Cem, liceale che vive negli anni ottanta a Istanbul e che lavora in una libreria sognando di diventare uno scrittore. Il padre, arrestato e torturato più volte per motivi politici, non farà più ritorno. La libreria chiude e Cem segue il mastro costruttore di pozzi Mahmut con cui instaura un rinnovato legame paterno. Durante il lavoro con Mahmut incontra una splendida donna dai capelli rossi più grande di lui che recita in una compagnia teatrale e di cui si innamora in modo travolgente e ossessivo. La complicità tra i due si infiamma in una notte di intenso e bruciante eros che diverrà la chiave di volta della trama e degli eventi a seguire.

Non c’era felicità più grande secondo mio padre che sposare una ragazza dopo aver letto dei libri insieme a lei”

Nella prima parte del libro il ritmo è lento, la trama si svolge in modo meno avvincente rispetto ai canoni a cui ci ha abituato Pamuk, e chi ha amato di lui la capacità di stupire come ne “Il museo dell’innocenza” farà fatica inizialmente a calarsi in un intreccio che si snoda in modo molto diverso da quelle che sono le cifre autoriali. “La donna dai capelli rossi” resta comunque un grande e notevole romanzo, colmo di ambizioni storiche e risvolti politici importanti.

Orhan Pamuk, Istanbul

Se Istanbul rimane su uno sfondo abbastanza indefinito, la ricerca di Cem come figlio prima e come padre dopo, è il fulcro di una vicenda personale ma anche metafora dei mutamenti politici della Turchia dagli anni ottanta in poi fra cambiamenti e eterni ritorni, come quelli degli attentati in Turchia. Cem si muove con consapevolezza in questa ricerca dalla doppia direzione, fluttuando tra gli echi palesi dell’ Edipo Re di Sofocle e del capolavoro persiano Rostam e Sohrab di Ferdowsi:una scelta di riferimenti che si coagulano nella Turchia come crocevia da sempre di confronto tra Occidente e Oriente eppure alla ricerca costante della sua identità da affermare definitivamente.

“La donna dai capelli rossi” è anche una somma di frustrazioni, di mancanze, di storie mai realizzate a causa dell’imprevedibilità dell’esistenza. Un romanzo d’amore e gelosie, sensi di colpa e abbandoni, dove la protagonista, la sensuale attrice dai capelli rossi capace di suscitare una vera e propria ossessione erotica, emerge come motore della storia e presenza femminile determinante nelle esistenze che si intrecciano nei suoi ruoli sul palco e fuori dal palco di madre, amante, compagna.

 Abbiamo tutti bisogno di un padre forte

Abbiamo tutti bisogno di un padre forte, deciso, che ci dica possiamo e non possiamo fare. Perché? Perché è difficile decidere cosa è giusto e cosa no, cosa è morale e corretto e cosa è immorale e sbagliato?”

La grandezza di questo romanzo è indubbiamente nella capacità di Pamuk di affrontare il dramma dei conflitti attuali della Turchia attraverso una storia personale, centrando la narrazione su un protagonista letterato alle prese con dubbi esistenziali e politici relativi a individualismo e autoritarismo. Nella dinamica fra finzione e realtà resta il dubbio se il dittatore che si appoggia sul consenso della maggioranza del popolo può definirsi davvero tale. Oltre alla vicenda complessa e crudele di Cem, al centro di questa storia infatti c’è l’attuale situazione della Turchia e della sua svolta autoritaria come risposta ai conflitti irrisolti di un popolo dall’identità ancora in costruzione.

”Il delitto è antico, la prova difficile: come mai la si troverà?”. (Edipo Re, Sofocle)

Orhan Pamuk, La donna dai capelli rossi
Orhan Pamuk, La donna dai capelli rossi

Orhan Pamuk, Note biografiche

Orhan Pamuk, premio nobel nel 2006, è uno scrittore nato a Istanbul nel 1952. Nei suoi romanzi al centro da sempre gli scontri e i legami tra culture diverse e un approfondimento sul valore psicologico dell’identità individuale. Tra i libri ricordiamo  “Il libro nero” (Einaudi, 2007), “Il mio nome è rosso” (Einaudi, 2001), “Il museo dell’innocenza” (Einaudi, 2009) legato alla costruzione dell’omonimo museo a Istanbul

La recensione di questo libro è stata offerta dalla libreria La Vela di Viareggio.

 

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