I superstiti di fianco al monumento sulla vetta del monte, angeli custodi con le loro storie della memoria. Sette sindaci e un presidente di Provincia poco sopra, giunti da Pietrasanta, Camaiore, Massarosa, Forte dei Marmi, Viareggio, Seravezza e Stazzema naturalmente. E cinque corone ai piedi del sacrario.

Non c’è nessuno discorso ufficiale per la cerimonia che si è svolta stamani al monumento che ricorda le 560 vittime della strage di Sant’Anna, con il ministro Alfano e una delegazione del G7 degli Esteri riuniti a Lucca: solo lo squillo austero di una tromba, il silenzio e tanti abbracci.

Ma il concetto che si ripete nelle parole, a margine, di ministri, ambasciatori e assessori di Regione è chiaro e netto. Mamoria e Europa sono legati da un filo e devono continuare a tenersi per mano, unite come l’altro binomio: Europa e pace.

“Dobbiamo avere memoria di quello che era l’Europa prima che l’Europa fosse coesa – sottolinea l’assessore alla presidenza della Toscana Vittorio Bugli, che ha partecipato alla cerimonia – e la tappa di oggi del G7 a Sant’Anna, un’iniziativa bella e importante, ci aiuta a ricordarlo con forza. Deve servirci a mantenere viva la memoria e grande l’impegno per un’Europea coesa”. Mai più Sant’Anne insomma, che anche in Toscana sono state molte: 281 stragi insanguinarono ottantatrè comuni tra il 1943 e il 1945, 4.461 furono le vittime.

La parole che si uniscono a quelle del governo italiano e dell’Unione europea. “Senza Europa – dice l’alta rappresentante per gli affari esteri della Ue, Mogherini – rischiamo di perdere la pace e la cooperazione. Non dobbiamo farla affondare”: “E tutti insieme – conclude il ministro degli Esteri, Alfano – dobbiamo gridare ‘mai più’, con forza”.

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