Immaginate di vivere in una bella città di mare.
Una città che c’ha i suoi problemi, certo, ma a cui i vanti non mancano.

Immaginate dunque di amministrarla e di avere qualcosa di cui vantarvi.
Tipo l’arrivo una ruota panoramica spettacolare.

Immaginate infine di volerlo comunicare alla città e a tutto il mondo utilizzando uno degli strumenti più immediati e visibili che esistano: la pagina Facebook istituzionale del Comune.

Bene. Cosa c’è di meglio di rovinare tutto allegando a bellissime foto e video delle parole che esprimono acidità e fanno riferimento sarcastico ad un animale morto, e morto per probabili responsabilità dell’amministrazione?

Pavoni che fanno le ruote e pavoni che non potranno più farle

Benvenuti nella ridente Viareggio, dove la vetrina è quella allestita dalla comunicazione istituzionale voluta dal sindaco Giorgio Del Ghingaro.

[Per chi non sapesse: nel tentativo di rianimare un simbolo cittadino come il laghetto dei cigni della pineta, il Comune ha voluto ripopolarlo di volatili includendo una coppia di pavoni. La cosa è andata male perché qualcuno ha fatto notare che sono animali di terra e non sanno nuotare, ma l’amministrazione ha tirato dritto. Un pavone annega, sale la protesta, l’amministrazione finisce su tutti i giornali anche nazionali (sindaco e assessore indagati) ma se ne sbatte e ci passa sopra con uno stile discutibile, tra il minimizzare e dileggiare i poveri pavoni prima tanto desiderati. Fine del lungo inciso.]

I toni leggeri hanno senso di esistere nella comunicazione digitale. Anche in quella istituzionale. Anche in quella eccessivamente personalizzata anziché davvero istituzionale come quella Del Ghingaro-style.

Ma vabbè, la pesantezza e i post noiosi non piacciono a nessuno, e un po’ di sano digital-spettacolo ci può stare.

La cosa incredibile è vedere una battuta (sul cui gusto ognuno è libero di dare aggettivi) laddove se ne poteva benissimo fare a meno.

Viareggio ha la ruota itinerante più alta d’Italia? Fantastico.

Siamo tutti felici. È una notizia buona e appetibile di per sé.

Ma no, deve essere sporcata da un – e qui mi permetto un giudizio tranciante – autoreferenziale infantilismo masochista.

Autoreferenziale: dare per scontato che ogni minima cosa che succede all’amministrazione e le relative rivendicazioni/giustificazioni/citazioni interessi alla gente in ogni momento.

Infantile: la battuta si commenta da sola.

Masochista: perché fare i “Tafazzi” e ricordare quando non serve un episodio che, al di là dei giudizi soggettivi, non sarà mai un vanto per la giunta di Del Ghingaro?

Il nemico ha sempre torto

Azzardo. Questo succede a causa di uno dei peggiori mali di oggi, l’ottusa convinzione che non ci sia mai da ammettere il benché minimo errore, non ci si possa mostrare “deboli” (laddove invece sarebbe un ammirevole atto d’umiltà), non si possa insomma per nessun motivo cedere seppure minimamente di fronte “ai nemici”.

Che per chi ragiona in questa ottica sono oggi gli animalisti, domani i ciclisti, dopodomani gli ambientalisti… e sempre i giornalisti (naturalmente quelli che non si appiattiscono alla narrazione che vorrebbe chi comanda).

Sono certo che tutte le persone coinvolte in questa vicenda dai contorni assurdi siano intimamente migliori di come appaiano da ciò che emerge a mezzo stampa e web.

Lo è il sindaco Giorgio Del Ghingaro (anche se mi ha bloccato su Facebook senza che io gli abbia fatto niente; ma siccome non ho 12 anni incasso e non mi lamento), lo sono sicuramente gli assessori Sandra Mei e Gabriele Tomei, lo è Brunella Menchini che per quanto ne sappiamo scrive i comunicati stampa e cura la pagina istituzionale Facebook del Comune di Viareggio.

Gli animali non sono giocattoli né tantomeno materiale politico usa e getta.
E meritano, con tutti i distinguo del caso, anche solo un pochino di rispetto.

Sembra incredibile, anche di fronte alla miriade di “cose più importanti”, sentirsi quasi in obbligo di doverlo sottolineare.

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