Boicottiamo Benetton. Il presidio questa sera in Passeggaita a Viareggio, difronte al negozio, alla luce della strage di Genova.

 

“Il crollo del ponte Morandi sull’autostrada a Genova, la vigilia di ferragosto, così come la strage ferroviaria del 29 giugno 2009 a Viareggio non sono incidenti ma sono il triste risultato delle logiche di profitto. Un profitto che passa sulle vite delle persone. Le privatizzazioni, i tagli sulla sicurezza e le politiche neoliberiste ci portano quotidianamente a piangere morti nei mari, sui posti di lavoro, per strada o in ferrovia. Il capitalismo uccide e la politica lo lascia fare”.

Si legge nel volantino distribuito da Les Trois A, Repubblica Viareggina, Cantiere Sociale Versiliese, Collettivo “Dada Boom”, Communia Viareggio, Brigata Mutuo Sociale per l’Abitare, Partito Comunista dei Lavoratori, CSOA SARS, COBAS e Potere al Popolo Camaiore.

 

“Quanto accaduto a Genova ha dei responsabili ben precisi come la famiglia Benetton. Confindustria invita all’unità nazionale ma con chi sfrutta e uccide non può e non deve esserci alcuna unità. Noi staremo sempre dalla parte opposta a dove staranno i padroni.

La famiglia Benetton è responsabile di morti, crolli, deforestazioni, saccheggi di risorse, sfruttamento di terre, persone e animali. Il marchio United Colors of Benetton è presente in 120 paesi con più di 5mila negozi. A causa degli allevamenti di bestiame finalizzati alla creazione dei tessuti, l’azienda è responsabile della deforestazione di parte delle terre della Patagonia e della repressione del popolo Mapuche.

L’industria tessile Benetton è una delle più sfruttatrici sul mercato e con i peggiori salari. Per ridurre i costi ha esternalizzato la produzione in paesi dove la mano d’opera è più economica, diverse volte è stata accusata e processata per sfruttamento minorile nelle sue fabbriche. Benetton controlla il 50,1 per cento di Autogrill, azienda leader nei servizi di ristorazione lungo le autostrade: Gilberto Benetton ne è il presidente e il capitale di Autostrade per l’Italia è al 100 per cento della holding Atlantia, il cui principale azionista è la società Edizione, che è controllata con il 30 per cento delle quote dalla famiglia Benetton. Oggi la società Autostrade produce ricavi per circa 4 miliardi di euro l’anno. Questa impennata del fatturato è stata possibile anche grazie a un consistente aumento dei pedaggi autostradali. Ha investimenti nel settore sportivo e dell’informazione e finanzia campagne elettorali bipartisan. Sia il Partito Democratico che la Lega hanno tessuto rapporti con questa famiglia e al di là della propaganda demagogica di Salvini egli ha votato nel 2008 il decreto salva Benetton. Benetton cerca di apparire grazie ad ipocrite campagne mediatiche come una multinazionale moderna e progressista ma in realtà ha le mani sporche di sangue. Nell’agosto del 2017, durante una manifestazione a sostegno della tribù Mapuche che rivendica terreni comprati dal gruppo Benetton, muore per mano della gendarmeria Santiago Maldonado, un ragazzo argentino che lottava a fianco dei Mapuche della Patagonia contro la multinazionale italiana.

Nel 2013 a Dacca in Bangladesh avviene il crollo del Rana Plaza di Savar, un palazzo di 8 piani in cui aveva sede una delle fabbriche tessili a cui la Benetton appalta i suoi lavori e dove sono morti almeno 381 operai. Il 14 agosto a Genova l’ultima strage firmata Benetton con 43 morti innocenti, decine di feriti e numerosi sfollati dalle proprie case.

Boicottiamo Benetton nei suoi negozi, negli autogrill e ai caselli autosdradali. Le autostrade vanno nazionalizzate senza alcun indennizzo e stessa sorte chiediamo per ferrovie, acquedotti, ospedali e scuole. Difendiamo il bene comune dalle privatizzazioni capitalistiche”.

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