“Versilia, la ex Asl12, la più piccola della mega Usl Toscana nord ovest. Rispetto alle sorelle di Lucca, Pisa, Livorno e Massa Carrara ha meno dipendenti, un territorio e una popolazione di riferimento più contenuti (tranne in estate). Eppure ha una percentuale di lavoratori positivi al tampone che è almeno il doppio, se non il triplo, delle altre realtà. Sono numeri che arrivano direttamente dall’azienda sanitaria, aggiornati al 14 aprile, e che ci impongono delle serie riflessioni su questo distretto”. A dirlo è il segretario della Uil Fpl, Pietro Casciani, che entra nel merito del primo report sullo stato di contagio dei dipendenti della maxi Asl di area vasta da quando è iniziata l’emergenza Covid19. “Il dato percentuale spicca in tutta la sua forza – prosegue -. I dipendenti positivi sono il 2,3%. Sembrano pochi ma non lo sono affatto, per vari motivi. Primo, si tratta di 45 lavoratori, di cui oltre la metà (ossia 26) fanno riferimento diretto al comparto sanitario dei dipartimenti ospedalieri mentre gli altri sono distribuiti sulle altre strutture, anche territoriali. Questo su un totale di 1.932 dipendenti totali della ex Asl Versilia. Però solo a 274 sono stati fatti i tamponi, il 14,2%. E’ evidente come l’analisi effettuata dall’azienda sia parziale e del tutto insufficiente. Quelli trovati positivi sono il 16% circa dei lavoratori sottoposti a tampone. Ecco perché non sono così pochi. E’ inoltre evidente la differenza con le altre ex Asl distrettuali dove la percentuale di positivi, a fronte di uno stesso rapporto fra tamponi e totale dei dipendenti, è quasi tre volte: 2,4% rispetto all’1,1% di Livorno o allo 0,8% di Lucca. E’ inoltre un dato preoccupante perché l’emergenza non è ancora finita. Anzi, al Versilia i reparti sono ancora sotto pressione e così i lavoratori”. Anche questo è un dato significativo di un’epidemia che ha colpito duro, perché in altri ospedali in questi giorni  si allenta la tensione e qui invece no. E’ chiaro che servirebbero analisi su tutti i dipendenti per capire l’effettiva percentuale di contagiati mentre a oggi ci si è limitati a uno scarno 15% circa ma non è l’unico aspetto che emerge dai numeri: “Un’alta percentuale di positivi evidenzia con tutta probabilità una scarsa dotazione di mascherine e dispositivi di protezione individuale. E’ necessario che a questo punto in Versilia ne siano distribuiti ancora di più – prosegue Casciani -.  Stiamo parlando poi di un ospedale che non aveva un reparto di malattie infettive, prima dell’emergenza, rispetto a quelli di più recente costruzione quindi il Covid19 deve aver colpito con forza: qui i reparti sono stati costruiti e non riorganizzati o potenziati e i dati lo dimostrano”. Lavoratori che dalla mattina alla sera si sono trovati a lavorare a pieno ritmo in un reparto di malattie infettive, fino ad allora estraneo in quella struttura.  “E qui – conclude il segretario Uil Fpl – dobbiamo evidenziare un altro problema, tutto tipico dell’Usl Toscana nord ovest. Il sindacato è stato escluso da qualsivoglia informazione sulla riorganizzazione dei reparti e delle procedure, anche a fronte della nascita di nuovi reparti Covid. Il personale ci chiedeva che cosa stava succedendo e noi non potevamo dare risposte esaustive: l’impatto delle decisioni calate dall’alto è stato traumatico, in Versilia come altrove nella Usl nord ovest. Solo ora, dopo varie denunce e già in fase avanzata, le informazioni iniziano ad arrivare. L’azienda ha sottovalutato l’elemento informativo e di condivisione tipico del ruolo sindacale punto di riferimento dei lavoratori soprattutto nei momenti di difficoltà.”.

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coronavirus dipendenti positivi ospedale versilia sindacati

ultimo aggiornamento: 16-04-2020


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