Se si ha l’obiettivo di diventare un programmatore, la buona notizia è che esistono vari modi per raggiungere il proprio obiettivo. Il primo mette l’accento sulla parte teorica e consente di entrare nell’orbita dallo sviluppo software grazie a percorsi di studio di tipo accademico. Si può invece entrare nel mondo del lavoro nel minor tempo possibile sfruttando dei corsi di informatica di tipo specialistico. In tal senso optare per una delle alternative proposte dall’azienda di formazione italiana Aulab, permette di ottimizzare i tempi con un’esperienza immersiva che unisce la trattazione teorica degli aspetti chiave della programmazione, unendola al lato pratico, fondamentale per mettere in cantiere ore di pratica che alla lunga potranno rivelarsi determinanti per l’accesso a un posto di lavoro. Infine, c’è anche la strada – sfruttata da parte di tanti aspiranti coder – dell’autoapprendimento. Ciascun percorso ha dei pro e dei contro: andiamo a passarli in rassegna in maniera sintetica.
Percorso universitario
Si tratta della strada più lunga per arrivare all’ambita meta ed è senza dubbio anche la più costosa. Durante i 4/5 anni di corso di laurea si avrà tanto tempo per approfondire aspetti teorici informatici che in un normale corso specialistico, per ovvi motivi, non possono essere trattati in maniera così estesa. Per alcune professioni, inoltre, la laurea è richiesta, ed è quindi un requisito importante da spendere. Molto dipende da quelle che sono le proprie prospettive di inserimento professionale e di quanto tempo si ha a disposizione da dedicare allo studio. Un aspetto ovviamente da non sottovalutare è quello relativo ai costi. Questi variano, anche in maniera significativa, in base all’area geografica in cui si trova l’ateneo e allo status dello stesso.
Per chi non volesse rinunciare al titolo accademico, ma non ha il tempo materiale per andare a lezione, l’alternativa è rappresentata dai corsi di laurea online che garantiscono la massima flessibilità per lo studente. Anche in questo caso però le spese sono non indifferenti.
Bootcamp e corsi specialistici
Questi percorsi sono andati a ritagliarsi degli spazi sempre maggiori negli ultimi anni perché riescono a unire una elevata qualità a livello didattico a tempistiche decisamente ridotte. La durata dei singoli corsi varia in base alle finalità degli stessi, ma solitamente, anche per quelli intensivi, non si scende al di sotto dei 3 mesi. I costi sono un altro dato allettante perché risultano decisamente minori rispetto a un classico corso di studi accademico. Un aspetto che può rientrare nei contro di questa particolare modalità d’accesso è che spesso chi proviene da questo tipo di studi viene in un certo qual modo messo in secondo piano rispetto a chi ha frequentato l’università. Per questo motivo, in alcuni casi entrare nel mondo del lavoro può risultare più difficoltoso, e questo spinge tanti candidati a rinunciare al proprio obiettivo.
Autoapprendimento
Per chi non può permettersi di spendere per uno dei due percorsi visti sinora, esiste la possibilità di studiare per conto proprio, soprattutto grazie alle tantissime piattaforme presenti online che forniscono materiale e il supporto della propria community a tutti gli aspiranti coder. Ma anche YouTube è una risorsa molto importante perché al suo interno è possibile trovare tutorial di ogni tipo, per qualsiasi esigenza. Ogni studente potrà scegliere l’approccio didattico che preferisce, ma dovrà avere una capacità organizzativa e schematica decisamente superiore a chi segue un percorso prestabilito e studiato da insegnanti con anni di esperienza alle spalle. Le possibilità di accesso al mondo del lavoro sono comunque alte, ma dipenderà molto da come il candidato riuscirà ad approcciarsi a concetti anche molto difficili e a gestire l’enorme mole di nozioni che, soprattutto all’inizio, può essere sconfortante.
