LA REPUTAZIONE (ILARIA GASPARI, GUANDA, 2024)

Il libro

Vi ricordate, ad esempio, le fantasie pop di Naj Oleari che decoravano oggetti e stoffe per  noi ragazzine negli anni Ottanta? Dai capi di abbigliamento agli accessori scolastici, idem gli Angeli di Fiorucci e altri simboli che imperversavano nella moda giovanile di quel tempo. Ecco, leggere “la reputazione” di Ilaria Gaspari, edito da Guanda, è fare un tuffo in quel tempo.

Barbara, la protagonista o, meglio, la voce narrante del romanzo, è una studentessa arenata su una tesi di cui non arriva alla conclusione e amareggiata da una profonda delusione amorosa. Viene assunta come commessa nella boutique “Josephine”, nel quartiere Parioli a Roma.

Il negozio è curatissimo e ben frequentato, grazie alla proprietaria Marie France, misteriosa, intrigante e accattivante vera protagonista del romanzo. La donna è aiutata da Giosuè e da altre commesse che ben presto socializzano con Barbara.

La svolta nella storia è quando Marie France attua una felice intuizione: aprire il negozio alla moda per giovanissime, con una disposizione di abbigliamento e presenza di capi adatti affinché le ragazzine possano recarsi da sole a fare acquisti. Nel frattempo, le dicerie, mosse da un sotterraneo antisemitismo, sulle presunte attività losche della boutique prendono il sopravvento mentre l’intero quartiere è dilaniato dalla scomparsa di una delle ragazzine frequentanti il negozio.

Barbara si trova così a rincorrere tracce e presagi, che la porteranno al disvelamento della sua pigmalione Marie France fino al culmine del disastro che incombe lungo le pagine del romanzo.

Note al margine

Ho letto con grande interesse Ilaria Gaspari nelle sue opere saggistiche e quindi mi sono avvicinata con curiosità a questo suo romanzo. L’autrice ha il grande dono di saper scrivere con stile, freschezza e al tempo stesso profondità, un talento che nel tempo ha coltivato e che ora riesce a gestire nelle diverse tipologie testuali in cui si cimenta (podcast, saggi, romanzi, articoli).

La storia raccontata dalla giovane scrittrice prende avvio da una leggenda diffusa a Orleans nel 1968, quanto un accadimento simile alla vicenda narrata (antisemitismo, moda, sparizione di ragazze) caratterizzò la vita della cittadina francese, tanto da attirare l’attenzione del filosofo e sociologo Morin.

Infatti, dietro la trama che ondeggia tra moda, affermazione di negozi specifici per giovani e antisemitismo sottotraccia, Ilaria Gaspari costruisce un testo che sa coinvolgere e attanagliare il lettore pagina dopo pagina, creando suspence grazie all’intreccio e le vicende a ritroso che, come uno scalpello, riescono a definire i personaggi memorabili che incontriamo.

Inoltre, la disseminazione di tracce, investigazioni e presagi a cui Barbara si lascia andare in una narrazione in prima persona accurata e equilibrata, sorreggono una storia non solo piacevole ma che dischiude punti di vista e di interesse molteplici.

Il cuore del libro, a mio avviso, è rappresentato dal potere delle dicerie, del pettegolezzo e del bilanciamento tra tradimento verso se stessi e immagine di sé che si vuole offrire. Per altro un tema attuale, pensando, per esempio, agli shitstorm sui social.

Marie France è la protagonista di questa storia raccontata da Barbara: i due personaggi, agli antipodi per molti versi, si sorreggono in modo reciproco, sia a livello narrativo che esistenziale.

L’abilità e l’audacia di Ilaria Gaspari sono riscontrabili anche nel tratteggio di Barbara, una giovane donna inetta, che tende a voler scomparire, simbolo di debolezza e incapacità decisionale, come è ben rappresentato nell’ultimo “quadro” del libro.

Ho trovato stimolante scoprire il contesto in cui Ilaria ambienta la sua storia e il ruolo che la modo ha sempre avuto come specchio della società.

Infine, il tema dell’antisemitismo sotterraneo è di straordinaria attualità e, grazie al filtro temporale che distanzia gli eventi narrati, viene reso ancora con maggiore mordente.

Una storia incalzante e piena di spunti di riflessione, capace di smuovere il lettore nei pensieri e nelle considerazioni, tenendolo arpionato al testo e al ritmo della storia parola per parola.

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