PIETRASANTA. Pietro Grasso, Procuratore Nazionale Antimafia, ospite della Versiliana e del comune di Pietrasanta nell’incontro condotto da Luca Telese sabato 21 luglio alle 18.00 (ingresso libero) nei giorni in cui si ricordano le stragi di Capaci e di Via D’Amelio.

L’incontro di sabato 21 è fortemente voluto dal sindaco di Pietrasanta Domenico Lombardi che proprio nel giorno anniversario della strage di via D’Amelio ha fatto depositare una corona d’alloro presso lo stadio di Pietrasanta intitolato a Falcone e Borsellino “un minimo atto doveroso –ha affermato il Sindaco- per chi, sia con il lavoro ma anche con la vita, ha lavorato con lo Stato e per lo Stato, per la legalità e la giustizia”

«Tra verità e istituzioni, viene sempre prima la verità» è la dichiarazione di Pietro Grasso, procuratore antimafia che proprio in questi giorni si è pronunciato su una questione delicatissima sulle intercettazioni alle alte cariche dello stato.

Nei giorni in cui si ricordano i vent’anni delle stragi di Capaci e di Via D’Amelio, Pietro Grasso sarà ospite del Caffè della Versiliana nell’incontro dal titolo Liberi tutti. Lettera ad un ragazzo che non vuole morire di mafia dal libro del 2012 edito da Sperling & Kupfer

 

Muoiono di mafia non solo le vittime della delinquenza organizzata, ma tutti coloro che si rassegnano a vivere nell’illegalità e nell’ingiustizia: chi chiude gli occhi di fronte ai reati; chi fa affari eludendo la legge; chi cerca i favori dei potenti; chi accetta il clientelismo e il compromesso per ottenere un beneficio. La mafia infatti non è solo un fenomeno criminale, ma un sistema sociale e culturale ben radicato, che sembra offrire a chi ne fa parte protezione, aiuto economico e senso di appartenenza, come hanno spiegato boss di peso diventati collaboratori di giustizia. Per questo, ammette Pietro Grasso, per i giovani privi di prospettive di impiego e le persone abbandonate dalle istituzioni a volte è più facile stare dalla parte della mafia piuttosto che contro di essa. In questa testimonianza, che è anche un bilancio del proprio impegno contro il crimine, il procuratore nazionale antimafia dipinge il vero volto dell’organizzazione, rivelandone le origini, i metodi e le regole segrete. E spiega, in un appello appassionato rivolto soprattutto ai giovani, come attraverso la cultura della legalità e un progetto democratico di sviluppo economico si può sperare di riscattarsi dalla violenza che domina dove il potere delle cosche è più forte. Un sogno, obietta qualcuno, un compito impossibile. Forse. Ma un compito affrontato ancora, dopo quarant’anni di lavoro, con l’entusiasmo del bambino che, giocando a nascondino, correva forte per gridare: “Liberi tutti!”.

Pietro Grasso (Licata, Agrigento, 1945) guida la Procura nazionale antimafia dal 2005.
È stato giudice a latere nel maxiprocesso a Cosa nostra del 1986, consigliere alla Direzione degli affari penali, coordinatore delle inchieste sulle stragi di mafia del biennio ’92-’93, e procuratore a Palermo dal 1999 al 2004.

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